Da quando, all’inizio del XX secolo, la sessione autunnale di calciomercato si è trasformata in sessione invernale, l’Inter è stata spesso protagonista nel cosiddetto “mercato di riparazione”, sia in positivo che in negativo. Andiamo a vedere i migliori ed i peggiori colpi invernali nella storia nerazzurra.

DA SEEDORF A RAFINHA, VENT’ANNI DI TALENTO

Il primo colpo top del mercato di gennaio è sicuramente l’acquisto di Seedorf dal Real Madrid nel gennaio del 2000. Moratti versò ben 45 miliardi di lire nelle casse dei blancos, con l’olandese che fu il primo regalo ai tifosi nel nuovo millennio. In quella sessione arrivò anche un certo Ivan Ramiro Cordoba dal San Lorenzo in cambio di 27 miliardi di lire. Altro mercato di riparazione importante fu quello del 2004, quando approdarono ad Appiano Gentile Adriano e Dejan Stankovic, due che negli anni a venire sarebbero stati fondamentali per le vittorie dell’Inter. Arriviamo quindi al 2010, quando l’acquisto di Goran Pandev non scaldò molto gli entusiasmi dei tifosi. Gli stessi poi si ricredettero in fretta con il macedone che fu uno dei protagonisti del Triplete. Altro acquisto importante fu quello di Mateo Kovacic nell’inverno del 2012. Moratti versò ben 11 milioni nelle casse della Dinamo Zagabria per l’allora diciottenne centrocampista, che fu poi rivenduto al Real Madrid per 35 milioni alcuni anni dopo. Nell’inverno del 2015 Mancini, appena arrivato sulla panchina nerazzurra, ci vide lungo quando chiese a gran voce Marcelo Brozovic, che è tutt’ora uno dei protagonisti dell’Inter. Ultimo acquisto azzeccato di questo ventennio di mercato invernale fu quello di Rafinha nel 2018. Il brasiliano arrivò dal Barcellona dopo che la trattativa per Pastore si risolse in un nulla di fatto, aiutando significativamente la squadra, allora allenata da Luciano Spalletti, a centrare in extremis la tanto desiderata qualificazione alla Champions League.

DA BATISTUTA AD ERIKSEN, VENT’ANNI DI DELUSIONI INVERNALI

Dopo aver parlato dei top del mercato di gennaio, passiamo ora alla nota dolente dei flop. Il primo grande flop fu quello relativo all’acquisto di Gabriel Omar Batistuta nel gennaio del 2003. Hector Cuper necessitava di una punta dopo l’infortunio di Hernan Crespo, Moratti fiutò l’affare e convinse Franco Sensi a cedergli il Re Leone. Il giocatore però, tormentato dai problemi fisici, si rivelerà uno dei più grandi flop della storia dell’Inter. Altro acquisto poco azzeccato fu quello di Maniche dall’Atletico Madrid nel 2008, di lui ci si ricorda solo per un goal inutile alla Juventus nel marzo dello stesso anno. Andando avanti alla sessione invernale del 2012 (quella in cui fu acquistato Kovacic), arrivarono a Milano anche Schelotto e Kuzmanovic, diventati poi i simboli delle carenze dell’Inter in quegli anni bui. Nella girandola di acquisti del mercato invernale 2015 furono acquistati anche Podolski e Shaqiri. I due si rivelarono flop totali, tutt’oggi viene da sorridere pensando a quando migliaia di tifosi accolsero lo svizzero appena atterrato a Linate. L’ultimo acquisto flop, sorprendentemente, è Christian Eriksen. Il danese era arrivato alla fine del gennaio del 2020 con l’etichetta di top player che doveva far tornare l’Inter alla vittoria. Un intento che purtroppo non si è realizzato, con il danese che è gia sulla lista dei partenti un anno dopo.

Tutte queste storie ci insegnano come il mercato di riparazione sia alquanto strano. Marotta ed Ausilio dovranno quindi ponderare bene le strategie per assicurarsi giocatori validi e utili alla causa. Sperando che questi acquisti possano finire nella lista dei “top”.