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Inter-Parma: l’analisi tattica della redazione

1 Novembre 2020
Inter-Parma: l’analisi tattica della redazione

Neanche la notte delle streghe riesce a svegliare i nerazzurri dal torpore in cui sembrano essere caduti. Inter-Parma finisce 2-2 a San Siro, in una partita ripresa per il rotto della cuffia da un gol di testa su punizione arrivato al 92esimo minuto. L’Inter parte forte nel primo tempo, spreca un’occasione colossale dopo 100 secondi e si fa imbucare in modo quasi scolastico nei due gol del Parma. Bene Ranocchia che regge la difesa da solo, benissimo l’ingresso di Brozovic autore di un grande secondo tempo. Il Parma  fa la sua partita, attende e punisce ai primi due tiri in porta. La sensazione è che questo Gervinho avrebbe fatto comodo. 

Possiamo dire che l’Inter senza Lukaku perde il 50% del suo potenziale offensivo, è vero. Si può dire anche che la squadra di Conte entra in campo con la testa proiettata al big match del 3 novembre contro il Real Madrid. Ma dai nerazzurri ci si aspetta decisamente qualcosa di più, sotto tutti i punti di vista. Organizzazione offensiva, giropalla, concentrazione, cattiveria. Tutti elementi che sono mancati ieri sera a San Siro.

Nel primo tempo l’Inter è padrona del campo e del gioco, palleggiando bene e sprecando almeno due palle gol clamorose con Perisic e Hakimi. Nel secondo tempo, come spesso accade ormai, alle primissime conclusioni in porta dell’avversario corrispondono sempre i gol. Due imbucate in profondità per Gervinho (migliore in campo assieme a Brozo) e buonanotte alla difesa nerazzurra. Serve ritrovare compattezza, serve un’identità precisa perchè, nonostante noi concederemmo ancora del tempo a Conte, il popolo interista sta iniziando a spazientirsi.

Formazione inedita quella dell’Inter negli uomini ma non nel modulo, che si schiera in campo col solito 3-4-1-2. Ranocchia centrale nei 3 con De Vrij a destra è una scelta che non favorisce l’olandese, autore di una prova da incubo. Colpevole in entrambi i gol subiti dalla sua squadra, si fa scappare alle spalle Gervinho per ben due volte (la prima in collaborazione con Hakimi che, vedendo l’incertezza del compagno sul lancio di Hernani (bellissima palla la sua) avrebbe dovuto fare una profonda diagonale difensiva.  

Il primo gol del Parma è la fotocopia esatta di un’azione successa già nel primo tempo, quando sempre Hakimi si perde l’uomo alle spalle. Nonostante sia un fenomeno in fase offensiva, spesso rimane troppo stretto in fase difensiva lasciando molto campo agli esterni avversari. Tuttavia, soprattutto nel primo tempo ci prova, anche favorito dalla padronanza totale dell’Inter in campo. Va a pressare altissimo e spesso taglia in mezzo palla al piede, coperto da Barella che gli chiama sempre la sovrapposizione. Il colpo di testa sbagliato a fine primo tempo però grida vendetta. E’ ancora poco cinico sottoposta e si vede.

Il lancio per Hakimi parte dal sinistro di Kolarov, ieri autore di una prova “a strappi”. Il suo piede è sempre magico. Progressione centrale e tiro fuori di poco nel primo tempo, oltre al cross al bacio per Hakimi, nel secondo tempo si vede poco, ma ha il merito di fornire l’assist a Perisic per il 2-2 finale. La nostra opinione ormai è fin troppo chiara: non deve giocare in quel ruolo, uno come lui 30 metri più avanti fa la differenza.

Capitolo centrocampo. Gagliardini per Vidal è la novità del reparto, con Barella ed Eriksen assieme a lui. Se è una buona notizia che “Gaglia” sia tornato, la sua prova non è altrettanto buona. Il suo lavoro sporco lo fa sempre, ma spreca un possibile contropiede e strozza un bel tiro che poteva diventare interessante. Rimane un buon gregario e la partaccia non è colpa sua. Quando al suo posto entra Brozovic, però, la musica cambia. Bello lo scambio in verticale con Barella (altro assist) che porta al suo gol da limite di sinistro. Per svegliarsi e dare il suo 100% deve partire dalla panchina evidentemente.

Eriksen invece sembra davvero un corpo estraneo alla squadra. Molto utile nel giro-palla, spesso di abbassa sul centro destra per dialogare coi compagni e mantenere il possesso. Prova anche molti lanci lunghi per dare ampiezza alla manovra, ma non tutti gli riescono. Deve osare di più, deve metterci più cattiveria, deve dare la sensazione di arrabbiarsi se la partita va male. Le occasioni iniziano ad essere davvero tante. L’ingresso di Vidal si nota solamente per un’occasione sbagliata a 1 secondo dalla fine. Peccato davvero.

Barella invece è sempre Barella. Offre sempre un appoggio semplice ad Hakimi, è lui il vero trequartista della squadra nonostante giochi da mezz’ala. Splendido il lancio dopo pochi secondi per Perisic, nel corso del match sparisce un po’, nonostante la foga agonistica rimanga sempre alta. Un leggero passo indietro rispetto alle ultime prove, ma ci sta.

In attacco, invece, davvero poca cosa. La settimana scorsa si invocavano i gol dei centrocampisti e sono arrivati (Perisic schierato da punta, ok, ma punta non è), ma sono mancati quelli degli attaccanti. A Lautaro si è chiesto di fare il Lukaku con 30 centimetri e 40 Kg in meno ed è andata male. Gli si chiedono tante sponde per i compagni e ci prova ma si vede che non è il suo ruolo. Verso la fine poi svirgola una palla in mezzo all’area dopo una classica azione stile Inter, con palla alta da un esterno all’altro per la sponda di testa all’indietro.

La partita di Perisic è a due facce. Oggi schierato da punta al fianco di Lautaro come succedeva anche ai tempi di Mauro Icardi, come sempre gioca in più ruoli e va a strappi. Pochi i cross messi dentro, poche le azioni pericolose, ma il gol cambia la partita. Bell’anticipo di testa sul primo pale su punizione di Kolarov. Se l’Inter non sprofonda in un vortice di critiche ancora peggiore è merito suo. L’ingresso di Pinamonti non lascia molti commenti da fare, in quanto non si vede mai. Entrato al posto di uno spento Darmian al 68′ (bene un cambio offensivo per provare a dare la scossa) non riesce a crearsi le occasioni per incidere, a parte un paio di recuperi. Da provare in partite meno complicate, magari quando la squadra sta vincendo ed è padrona del campo.

Non molto da dire in realtà sul Parma, messo in campo con un 4-3-1-2 con Kucka trequartista alle spalle di Gervinho e Cornelius. Nonostante il pareggio conquistato a San Siro, questo Parma non è davvero all’altezza. Nei primi 22 minuti tocca palla una volta, per giunta in fuorigioco. Gli esterni completamente bloccati, gli attaccanti non entrano nel gioco e non proteggono palla, da notare solo un buon possesso da parte dei 4 difensori.

Kucka è un lusso per questa squadra. Giocatore che, se fosse andata diversamente, avrebbe ambito a ben altre squadre. Cosi come Gervinho, MVP di questa partita con due gol che sono un sentenza. Primo gol al volo di sinistro e secondo sotto le gambe di Handanovic. Bene anche l’ingresso di Inglese per uno spento Cornelius, e proprio da Inglese parte l’assist per il secondo gol dell’ivoriano.

Sepe fondamentale nel tenere a galla i suoi, nonostante non possa nulla sui due gol subiti il suo intervento su Ranocchia da due passi è miracoloso.

In generale il Parma non è una brutta squadra, anche se in questo match non ha combinato praticamente nulla. A parte i due gol di Gervinho si è giocato ad una porta sola. Deve ringraziare gli svarioni dell’Inter e l’assenza di Lukaku davanti.

Tralasciando le polemiche Var (discusse qui) il punto è che una squadra come l’Inter, a questo Parma, avrebbe dovuto fargliene 4 solo nel primo tempo, e altri 3 nel secondo, Var o non Var. Squadra incredibilmente superiore per tecnica ed esperienza, non è davvero possibile prendere due gol del genere in 15 minuti, in casa, prima di uno scontro cruciale per la stagione contro il Real Madrid. Oggi la colpa dei due gol è di De Vrij, ma la partita scorsa era di qualcun altro e via così. Urgono correttivi seri, veloci e mirati, per non buttare al vento tutto il lavoro fatto in un anno.

Da questo periodo nero bisogna risollevarsi in fretta, e il modo perfetto per farlo è schiantare il Real Madrid. Al 100% della forma e della fiducia, non è assolutamente una sfida impossibile. I Blancos non sono più quelli delle 3 Champions consecutive, hanno molti giovani e sono in costruzione. Bisogna vincere per scrollarsi di dosso tutte queste insicurezze.

Inter-Parma è stata la manifestazione degli attuali problemi dell’Inter. La prossima partita deve essere, necessariamente, la manifestazione dei sui punti di forza. Altrimenti? Beh, altrimenti inizierà a farsi davvero durissima per Conte, data la rabbia e la frustrazione dei tifosi (qui i commenti dei fan subito dopo la partita).

 

 

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