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Nella terra delle streghe, le fate sono nerazzurre

30 Settembre 2020
Nella terra delle streghe, le fate sono nerazzurre

Manita dell’Inter al Vigorito

28 secondi e l’Inter rompe già gli indugi. Hakimi, la freccia marocchina, riceve palla da dietro, scambia con Sanchez, palla di ritorno e come falco Pippo Inzaghi dei giorni migliori, è pronto Romelu Lukaku. Se non è il gol più veloce della storia del calcio, poco ci manca. Così l’Inter, inizia da come aveva finito con la Fiorentina, dal gol. Determinante anche in questo caso come nella gara con la viola Alexis Sanchez, davvero ispirato il nino maravilla, che col suo destro tra sabato ed oggi, ha già provocato tre gol nerazzurri. Il gol se da un lato galvanizza la banda di Conte, dall’altro appesantisce gambe e teste dei sanniti che faticano ad arrivare dalle parti di Handanovic con freschezza. Entrambe vengono da una vittoria in rimonta, per entrambe questa, di fatto, sarebbe stata la prima giornata del torneo, poi posticipata per i prolegomeni europei della stagione dell’Inter.

La concretezza, arriva con un bolide mancino di Gagliardini al termine di un’azione nata da una gittata di Sanchez a Young, cross dell’inglese e botta sicura dell’ex centrocampista dell’Atalanta. L’Inter calpesta la paura del Benevento, irretito ed incapace di districare una matassa troppo grande. Gagliardini, sulle ali dell’entusiasmo, sulla mancina mette in mezzo una palla. Per il gigante belga, che risponde al nome di Lukaku è un gioco da ragazzi depositare alle spalle di Montipò. Tre gol in due partite per il bomberissimo. E’ l’Inter focosa del finale contro la Fiorentina.

Non è il Benevento sfrontato di Marassi contro la Samp. Ma come contro la Fiorentina, ecco i soliti cali di concentrazione: leggerezza quasi da allenamento tra Kolarov ed Handanovic, palla che arriva sui piedi di Caprari, destro dell’ex Parma e rete. Il Benevento è ancora vivo. Ma al 41’ecco il giro palla marchio di fabbrica di Conte: Sensi serve Young, fendente per Lukaku che manca l’aggancio ma dietro di lui Letizia sbaglia un controllo, errore sanguinoso e come una lepre ne approfitta Aschraf Hakimi che col destro centra il poker.

C’è gol e gioia anche per lui. Quello che si nota, al netto dell’avversario non del tutto probante, è che sembrano essere acquisiti i dettami contiani dai nuovi, e riutilizzati in modo fluido dalla vecchia guardia. La traversa di Gagliardini culmine di una trama corale, sull’1 a 4, nel secondo tempo, attesta questo. Il gol del Toro, esecuzione simile a quella vista contro la Fiorentina, lo certifica.

Così ecco la manita, che spazza via le streghe sannite, che mette gol e punti in cascina, che fa capire al campionato che quest’anno per il titolo c’è una candidata forte ed agguerrita, si chiama Inter. Unica pecca? Certe dinamiche difensive ancora da oliare. Hakimi e Kolarov, bravi a spingere hanno qualche difficoltà a coprire, come avviene nella seconda rete beneventana ancora a firma Caprari. Ora non c’è due senza tre e la Lazio, prossimo avversario domenica alle 15, è avvisata.

 

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