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Inter, sei tornata grande! Ora però vietato distrarsi

9 Marzo 2021
Inter, sei tornata grande! Ora però vietato distrarsi

9 dicembre 2020, Inter-Shaktar Donetsk 0-0. Per descrivere l’attuale momento dell’Inter, bisogna partire dalla data che ha rappresentato il punto più basso della stagione nerazzurra. Quella sera, nel post partita, i detrattori banchettavano sul corpo ferito di una squadra che, per la terza volta consecutiva, usciva dalla Champions League nella fase a gironi.

Nessuno, in quel momento, poteva immaginare che l’Inter, nelle successive sedici partite di campionato, avrebbe collezionato 41 punti su 48 disponibili, sconfiggendo in serie Napoli, Juventus, Lazio, Milan e Atalanta. Proprio i big match erano stati il tallone d’Achille della prima Inter contiana ed uno dei motivi per cui la scorsa stagione era stata buona, ma non ottima. Ora in molti sostengono la tesi secondo cui l’unica squadra delle prime sette che non disputa coppe europee sia avvantaggiata nettamente nella corsa scudetto, probabilmente gli stessi che quella sera di dicembre erano certi che avrebbero assistito all’ennesimo fallimento dell’ultimo decennio interista.

Qui, però, è venuto fuori il carattere di Antonio Conte e si è definitivamente compreso perchè l’Inter lo abbia scelto per tornare al vertice. Steven Zhang si era innamorato dell’ex capitano bianconero il 27 giugno 2016, giorno di Italia-Spagna 2-0: un capolavoro tattico dell’allora CT della Nazionale che annichilì i Campioni d’Europa in carica. Conte era già promesso sposo al Chelsea, ma il matrimonio era scritto nel destino e si celebrò nell’estate 2019. Da quel momento in poi Antonio si è immerso completamente nel mondo Inter, lavorando ogni giorno per riportare il club dove merita di stare.

Ora, però, viene il difficile. Perchè l’Inter è sì tornata dove merita di stare, ma non in maniera definitiva. Ci sono ancora 12 partite da giocare e 36 punti in ballo, non è ancora il momento di togliere il piede dall’acceleratore. Al contrario, bisognerà sfruttare un calendario abbastanza morbido (dalla 26a alla 35a giornata solo un big match da affrontare), per spegnere qualsiasi velleità di rimonta da parte di Milan e Juventus. Molti hanno iniziato il giochino del “campionato morto e sepolto”, ma la maggioranza di quest’ultimi sa che a metà marzo nessun campionato può essere chiuso, come la Storia insegna. La squadra dovrà essere brava ad isolarsi per altri due mesi e mezzo nella bolla costruita ad hoc dal suo allenatore e da Beppe Marotta: una bolla che ha reso la squadra immune persino a tutte le chiacchiere sulla situazione societaria.

Oggi l’Inter compie 113 anni. 113 anni di grandi vittorie e di uno stile ed eleganza unici. 113 anni che ci hanno insegnato come la Beneamata sia capace di tutto, nel bene e nel male. Per questo ora bisognerà evitare qualsiasi volo pindarico e concentrarsi solo ed esclusivamente sulla “prossima finale”, in programma domenica alle 15 allo stadio “Olimpico Grande Torino”. Step by step fino al 23 maggio. Poi ci sarà tutto il tempo per i bilanci e potranno scatenarsi anche i critici più accaniti che definiscono “catenacciara” una squadra che vanta il miglior attacco della Serie A con 63 reti segnate in 26 partite. Se questo è catenaccio, ce lo possiamo pure far piacere.

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