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Dal Torino a Torino, la “Pazza Inter” è diventata grande

15 Marzo 2021
Dal Torino a Torino, la “Pazza Inter” è diventata grande

Si chiama Pazza Inter, perchè è capace di tutto nel bene e nel male. Questo si è inevitabilmente riverberato sulle vicende della squadra nel corso della sua storia ultracentenaria, alternando grandi imprese a cadute fragorose.

Proprio la pazzia era la caratteristica che Antonio Conte voleva estirpare dall’Inter non appena mise piede ad Appiano Gentile. Uno dei primi effetti di questo cambiamento è stato il togliere il famoso inno “Pazza Inter” nei pre partita della scorsa stagione, lasciando il più sobrio “C’è solo l’Inter”. Nonostante questo, però, la squadra sul campo continuava a mostrare molti tratti della sua storica pazzia. Pensiamo, ad esempio, alle due partite col Sassuolo della scorsa stagione o alla rocambolesca sconfitta casalinga col Bologna dello scorso luglio (in superiorità numerica e sbagliando un rigore sull’uno a zero).

L’inizio della stagione attuale sembrava confermare il trend, con la squadra capace di fare rimonte clamorose (vedasi Inter-Fiorentina e Inter-Parma) ma anche di subirle (a Roma con la Lazio e a Bergamo con l’Atalanta). Per spiegare la maturazione avvenuta bisogna partire proprio da una partita in cui l’Inter è stata molto pazza. Torniamo esattamente ad un girone fa: 22 novembre 2020, giorno di Inter-Torino. È una partita tra squadre in crisi, la Beneamata non trova la vittoria addirittura da un mese. Dopo un’ora di gioco il Toro è sorprendentemente sul 2-0, ormai la stagione sembra segnata prematuramente. Qui però scatta la scintilla ed in appena 25′ l’Inter fa la pazza ribaltando il risultato con 4 reti.

Si può tranquillamente affermare che da qui inizia un altro campionato dell’Inter, che da quel giorno in poi diventa un’autentica schiacciasassi collezionando 50 punti su 57 disponibili. Di certo non possiamo dire che la pazzia sia stata abbandonata, ma è andata di pari passo con la maturità. Sì, perchè buona parte di questi 50 punti sono frutto di una maturazione iniziata con la gestione Conte e della quale ora si stanno raccogliendo i frutti. Pensiamo ai 3 punti di Cagliari (0-1 fino al 77′), alla vittoria di Verona, al successo autorevole contro la Juventus e, da ultimo, la vittoria all’ultimo respiro di ieri. Una gara che ha chiuso definitivamente il cerchio e ci ha detto che l’Inter è tornata credibile a certi livelli. Questa squadra ha due caratteristiche fondamentali: pazienza e tenacia. Pazienza perchè sa aspettare il momento giusto per colpire, tenacia perchè sa andare oltre il corso degli eventi. Le varie Inter del recente passato, partite come quella di ieri l’avrebbero pareggiata o addirittura persa, con annessi psicodrammi con i quali i media vanno a nozze.

Da quando c’è Antonio Conte, però, la squadra non dà più l’idea di essere vulnerabile come troppe volte accaduto in passato. Ha continuato ad essere pazza, ma è una sana pazzia che dentro di sè ha anche un qualcosa di razionale. Non si può cambiare la storia di un club. L’Inter è stata, è e rimarrà pazza. Si può scegliere però di usare la pazzia nel senso positivo del termine. E l’Inter delle ultime 19 partite questo lo ha fatto in maniera straordinaria. Ora però bisogna continuare a pedalare per non rischiare di ricadere nei soliti psicodrammi. Dopo nove stagioni senza trofei non ce lo si può più permettere.

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