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Hellas Verona – Inter: fisicità, dinamismo e concentrazione

24 Dicembre 2020
Hellas Verona – Inter: fisicità, dinamismo e concentrazione

Gara rassicurante per i nerazzurri che dopo un primo tempo con poche emozioni superano bene un Verona tosto. Termina 1-2 il match del Bentegodi, risultato pienamente meritato per la formazione di Conte che ha dominato il secondo tempo dal punto di vista tecnico, tattico e dinamico. Superata dunque una trasferta complicata che da ancora più fiducia a Lukaku e compagni nell’ottica della corsa scudetto. I punti di forza di quest’Inter sono senza dubbio la fisicità, il dinamismo e l’agonismo, elementi che se dovessero continuare a manifestarsi con costanza la porteranno presto a diventare la squadra da battere in Serie A.

La formazione iniziale viene presentata come un classico 3-5-2 “contiano” senza sorprese tra i titolari, la novità risiede bensì nei compiti che hanno svolto Lautaro e soprattutto Perisic’. Il croato ha infatti ricoperto porzioni di campo in cui non lo si vede spesso quando fa l’esterno a tutta fascia, infatti in fase difensiva ha stretto molto la sua posizione affiancandosi a Brozovic’ e Barella come mezzala destra, mentre in fase offensiva si è spesso proposto più centralmente a supporto di Lukaku per liberare la corsia esterna alle sgambate di Hakimi. Un compito inedito sia per lui che per lo stesso Conte che da inizio stagione non aveva ancora provato un ibrido tra mezzala del 3-5-2 e trequartista del 3-4-1-2. L’argentino invece si è sacrificato molto in fase di non possesso abbassandosi spesso e recuperando molti palloni assieme a Barella. Ha poi agito da incursore alle spalle della punta, tramite tagli sul primo palo, come in occasione del gol che al 51° sblocca il risultato trovando una girata di interno destro da puro bomber d’area su cross perfetto di Hakimi. Al 70° entra Vidal per Perisic’, e l’idea della doppia funzione in quella zona di campo assume un senso ancora maggiore. L’intelligenza tattica e il dinamismo del cileno fanno la differenza, onnipresente in attacco e in difesa. L’Inter in possesso palla quindi, si è organizzata con due mezzepunte dietro a Lukaku di cui una più tecnica (Lautaro) e l’altra più tattica (Perisic’/Vidal).

I nerazzurri decidono di vincerla nella ripresa come sta succedendo da qualche partita, in Serie A hanno segnato 18 delle 34 reti totali nella seconda metà di gioco. Segno di un gruppo che sa soffrire e di una brillantezza atletica non indifferente. Partono aggressivi nel pressing e cercano più scambi corti rispetto ai frenetici lanci lunghi del primo tempo trovando anche il gol. Al 63° però, un fulmine a ciel sereno colpisce Handanovic’ che non trattiene un traversone dal fondo, di un ottimo Faraoni, e Ilic’ prontamente anticipa un più che sorpreso Skriniar. É lo stesso difensore slovacco a siglare il definitivo sorpasso dell’Inter sugli sviluppi di un corner al 69° minuto, grazie a un bel colpo di testa a incrociare su cross di Brozovic’. Il grande merito della squadra di Conte sta nel non essersi accontentata ma di aver continuato a mantenere il controllo degli spazi, chiudendo i centrocampisti del Verona sul primo controllo e ricercando il lato debole non appena riconquistato il possesso. Hanno migliorato la prestazione del primo tempo con fisicità, dinamismo e mantenendo alta la concentrazione.

Nonostante una performance di personalità dei padroni di casa, ogni giocatore dell’Inter ha interpretato il proprio ruolo al meglio. Sono stati superiori per fisicità, dinamismo e concentrazione, non semplice contro i gialloblu che puntano a vincere i duelli individuali. L’Inter è stata furba nell’occupare in anticipo zone di campo che hanno poi messo in difficoltà le retrovie dell’Hellas. Da sottolineare inoltre che dopo l’uscita di Zaccagni gli uomini di Juric’ hanno perso idee e qualità in fase offensiva.

Due giocatori su tutti hanno evidenziano la potenziale a disposizione dei nerazzurri, in termini di fisicità, dinamismo e concentrazione: Hakimi e Lukaku.  Il laterale marocchino ha arato la fascia senza sosta travolgendo qualsiasi ostacolo di fronte a sé mentre il belga è il faro attorno al quale gira tutta la squadra, è stato sensazionale nel proteggere palla e negli strappi in progressione in cui si è trascinato dietro il povero Magnani. É stato immarcabile fronte e spalle alla porta, sul piano tattico l’ex Manchester United lotta, anticipa i difensori, allunga e accorcia la squadra, guadagna campo e se non segna regala assist davanti alla porta, come successo nell’unica grande occasione dell’Inter nella prima frazione di gioco. Insieme i due scambiano alla grande anche se mercoledì sera Lukaku non ha segnando pur ricevendo due assist a porta praticamente vuota dallo stesso Hakimi (al 90° il belga non arriva per centimetri in scivolata su un passaggio a tagliare fuori il portiere del marocchino e al 93°, sull’ultima azione del match, il primo stende fuori area Magnani prima di depositare in rete il pallone generosamente offertogli proprio dall’esterno 22enne).

Da menzionare le prestazioni ottime del solito Barella, che ha la resistenza di un mezzofondista, Bastoni, che ha dato prova di gran solidità, Brozovic’, oltre all’assist del 2 a 1 e al sacrificio in interdizione anche un paio di lanci illuminanti per i sopracitati Lukaku e Hakimi, e sicuramente partita ineccepibile di Lautaro Martinez. L’argentino ha corso, dribblato e creato occasioni nitide tirando più volte verso la porta di Silvestri, che parato il parabile.

Il 2020 si conclude con una vittoria meritata per i ragazzi dell’Inter che distano a solo 1 punto dai “cugini” del Milan, sarà dunque importante iniziare bene il nuovo anno riproponendo la stessa concentrazione, forza di volontà e dinamismo dell’ultima uscita in campionato. Appuntamento dunque alle sfide contro Crotone e Sampdoria che saranno importanti in previsione dei grandi incontri con Roma e Juve.

 

 

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