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SM -Le Asl bloccano le partenze dei nazionali

9 Novembre 2020
SM -Le Asl bloccano le partenze dei nazionali

Le Asl bloccano i nazionali di Inter, Roma, Fiorentina, Sassuolo e Lazio. Il rispetto del protocollo e il necessario isolamento fiduciario non permetteranno ai tanti giocatori di prendere parte ai prossimi impegni internazionali. Marotta alza la voce: “Intervenga Spadafora”

Ora che la giornata di campionato è andata in archivio, è tempo di pensare alle nazionali. Si, ma non per tutti. In questo periodo di incertezza assoluta causa Covid-19, le ASL regionali hanno impedito la partenza dei giocatori di alcune squadre. Per esempio, dopo i casi di positività di Dzeko e Boer nello spogliatoio dei giallorossi, niente Nazionale per Cristante, Pellegrini, Spinazzola e Mancini. Come loro, anche i giocatori di Lazio, Sassuolo, Fiorentina e Inter.

Le ASL regionali di riferimento non hanno permesso la partenza dei calciatori perché le squadre in questione attualmente sono “nella bolla” per le positività di alcuni giocatori delle rispettive rose. In attesa di nuovi sviluppi e di comunicazioni ufficiali, i giocatori risponderanno alle rispettive convocazioni in accordo e nei tempi concordati con le autorità sanitarie competenti.

Come sempre, la Federcalcio ha preso tempo e rimandato la decisione, in quanto si vuole capire al meglio la situazione e di conseguenza si deciderà come muoversi. Tra l’altro, bisogna riscontrare anche la positività al virus del CT Roberto Mancini.

In questo clima di incertezza, L’AD nerazzurro Beppe Marotta ha voluto dire la sua in un intervento telefonico all’ANSA. Ecco le sue parole: “C’e’ un forte rammarico: invoco l’intervento del ministero dello sport. Questa situazione è iniqua, porta a un’alterazione della regolarità delle competizioni”. 

Il problema principale, almeno secondo Marotta, è la non uniformità delle decisioni prese dalle varie Asl, come nel caso di Roma e Lazio. Una ha fermato i giallorossi, l’altra ha dato il via libera ai laziali. Così continua Marotta: “È assurdo che le ASL si comportino in modo diverso da Roma 1 o Roma 2, o da Milano a Firenze. Fermo restando che ci sono i protocolli rigidi e che giustamente tutti dobbiamo rispettarli, c’è la zona d’ombra nella mancanza di centralità di questa gestione: e ogni ASL diventa centrale nella gestione dei club. Diventa ancor più di rilievo il mio allarme di qualche giorno fa, con la richiesta di ridurre gli impegni delle nazionali”.

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