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Marotta in conferenza: «Ringrazio i medici, il mercato deve essere oculato»

25 Settembre 2020
Marotta in conferenza: «Ringrazio i medici, il mercato deve essere oculato»

A poche ore dal ritorno in campo, Antonio Conte e Giuseppe Marotta si presentano alla prima conferenza stampa stagionale. L’evento era inizialmente programmato per mercoledì 23. Per questioni tecniche però, la data è stata rinviata ad oggi, vigilia dell’esordio in campionato contro la Fiorentina.

LE PAROLE DI MAROTTA:

«Quest’incontro sancisce l’inizio della nuova stagione, che definirei anomale -debutta Marotta- innanzitutto vorrei ringraziare tutti i medici e gli operatori sanitari, che con la loro professionalità hanno aiutato a rendere meno difficile questa pandemia. Che ha sicuramente condizionato molte attività imprenditoriali e messo a rischio la nostra salute e quella delle nostre famiglie»

«Ha lasciato un segno veramente drammatico, il calcio stava per cadere ma si è rialzato. Di questo dobbiamo prenderne atto e coscienza. La stagione inizia poco dopo la fine della passata: ringrazio tutta la squadra e lo staff per l’impegno della scorsa. Accanto agli impegni c’è stato un sudore che loro hanno dispensato per svolgere le attività in un clima particolare, di isolamento, veramente difficile. Ringrazio tutti e dico che il calcio può essere l’elemento che dispensa leggerezza»

A pochi giorni dalla fine del mercato, ci fa un bilancio della campagna acquisti? Dobbiamo aspettarci ancora qualcosa in entrata?
«Posso dire che il compito della società è quello di allestire una squadra sempre più forte, nel rispetto di quelli che sono gli equilibri finanziari, in base agli obiettivi. La pandemia, di cui abbiamo parlato prima, ha portato non solo sofferenza ma anche creato problematiche nel valore industriale delle società di calcio. Serve una gestione oculata dei costi e dei ricavi, le società hanno avuto meno introiti per i motivi che sapete, è normale che nessuna squadra europea abbia investito tanto nei trasferimenti. Per cui anche noi agiamo in questo modo, per cui cogliamo le opportunità. Noi adotteremo una politica di rafforzamento, che ha avuto un attimo di rallentamento, cercheremo di cogliere opportunità. Non ci saranno grandi investimenti perché per gli azionisti non è facile mantenere gli equilibri».

Nel giorno del “patto di Villa Bellini” si è percepito un certo ridimensionamento, c’è la consapevolezza che lo scorso anno si è fatto un grandissimo risultato? E quale è l’obiettivo per la prossima stagione?
«L’anno scorso abbiamo fatto un lavoro straordinario, il grande merito è di Conte. Conoscevamo la sua competenza, ha tante caratteristiche positive, quello che conta di più è la grande cultura del lavoro che ha. Questa cosa è premiante, c’è stata una cavalcata straordinaria e una crescita di tutte le componenti. Devo anche dire che il concetto di credibilità ci trova allineati in un’unita di intenti. Noi vogliamo il bene dell’Inter, essere vicini all’allenatore nei momenti di necessità. Mi ha fatto piacere che Conte nei giorni scorsi abbia valutato il manto erboso della Pinetina, questo vuol dire dedizione, amore per il proprio lavoro e appartenenza. Gli obiettivi? Sempre i soliti: cercare di partecipare alla Champions arrivando tra le prime 4 in Italia, poi partecipare con decoro all’Europa e alle altre competizioni. Questo è un fatto che va a coronamento di una stagione che deve portare attestazioni di merito all’area tecnica. Tutti insieme, in un unico intento, dobbiamo proseguire su questa strada». 

Il popolo interista può essere tranquillo relativamente alle eventuali tensioni che si verificheranno tra l’allenatore e la società?
«Antonio ha accennato prima al concetto di credibilità che è sinonimo di serietà, che nell’Inter non verranno mai meno. Il confronto con Conte e l’area tecnica è stata fatto sempre col fine di migliorarci; io spero che questo confronto si possa verificare in questa stagione perché vorrebbe che c’è l’amore e la volontà di crescere. Poi che questi confronti siano duri fanno parte delle dinamiche del gioco, noi siamo sportivi abituati a queste cose. Ogni volta abbiamo avuto risultati positivi dopo queste situazione, mi meraviglierei se dovessi trovare un Conte diverso, io lo stimo per i fatti che ha dimostrato negli anni. Lavoriamo insieme da cinque anni, non esiste dualismo: noi lavoriamo per l’Inter e per portare a casa risultati importanti. L’annata scorsa deve essere annoverata come positiva, sia per i risultati che per la crescita. Quest’anno ci saranno momenti di tensione, altrimenti vorrebbe dire che subentra il rilassamento: serve l’adrenalina per far crescere l’Inter».

Quale futuro per Perisic e Nainggolan? Cosa è cambiato rispetto a un anno fa?
«L’anno scorso c’era necessità di imporre una linea guida alla base di ogni disciplina sportiva e lo abbiamo fatto senza timore io e Conte. Nella conferenza stampa di un anno fa spiegammo quelle intenzioni, quest’anno le cose sono cambiate e migliorate. E’ normale che ora non ci siano casi particolari, quindi non ci troviamo nella situazione di un anno fa. Oggi la rosa è numerosa, deve ancora subire le dinamiche di mercato, e sicuramente qualche giocatore chiede di essere trasferito. Siamo nella regione del confronto, quello che conta sono i concetti chiave che ci guidano».

C’è una rosa extra-large, c’è preoccupazione in tal senso?
«E’ una stagione anomala, mi riferisco al fatto che quest’anno ci sarà un calendario compresso in dieci mesi. Sono stati confermati ancora i 5 cambi; l’anno scorso è capitato che Conte non avesse centrocampisti a disposizione in panchina. La rosa deve essere numerosa perché gli infortuni sono fisiologici, il che ci porta ad allestire un gruppo numeroso. Personalmente ritengo che anche la panchina possa svolgere un ruolo prioritario rispetto alle passate stagioni. Ecco perché in tal senso anche noi stiamo più attenti».

Quale è la posizione del club sul tema stadi?
«La linea guida dettata dalla società è quella delle altre, siamo davanti a una contrazione di ricavi: la stima prevista dalla Fifa dice che mancheranno 4 mld in ambito mondiale. Questo si ripercuoterà nei club e nelle Leghe: ogni società italiana ha budget non rispettati perché sono venuti meno i ricavi, tra cui gli introiti da stadio; poi ci sono i contenziosi con alcuni broadcaster. Il grande obiettivo è salvaguardare la sostenibilità, nel rispetto dei costi-ricavi. Oggi abbiamo costi certi e ricavi incerti, dobbiamo lavorare in quel senso stando attenti ai costi. La proprietà è decisa nel far fronte ai propri impegni, essere vicina alla squadra e alla società. Suning ha fatto investimenti in passato e li farà ancora, non è un vero e proprio rallentamento – come dicevo prima – ma un momento di emergenza. Serve il senso di responsabilità dei manager. Covid-19? E’ una pandemia che non è ancora stata debellata, lo vediamo in Francia, Germania e Inghilterra. Io spero che si possa avere la gente allo stadio perché non così non c’è emozione, si fa una fatica incredibile. La gente ha bisogno del calcio e viceversa, ma non dipende da noi. Dipende invece dal senso di responsabilità dei cittadini».

In difesa si sentono le voci di cessioni di Ranocchia e Skriniar, cosa c’è di vero?
«Non entro nell’analisi dei ruoli dei giocatori, mi limito a dire che tutto avviene dopo un confronto con Conte e Ausilio. Abbiamo concetti chiari, il fatto di avere una rosa numerosa vuol dire prevenire gli inconvenienti di percorso. Ora è prematuro analizzare queste cose, lo faremo a fine mercato. Tutte le scelte saranno mirate».

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