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ICC – Julio Cesar: “E’ accaduto tutto in una maniera che da bambino nemmeno sognavo”

13 Settembre 2020
ICC – Julio Cesar: “E’ accaduto tutto in una maniera che da bambino nemmeno sognavo”

Nel quinto appuntamento di Inter Calling Clubs (ICC), la chat virtuale dedicata ai soci dei Club nerazzurri, l’ospite di giornata è stato Julio Cesar, uno degli eroi dell’annata 2009-2010, quella del Triplete.

Il portierone brasiliano ha intrattenuto gli ascoltatori raccontando vari aneddoti del suo percorso in maglia nerazzurra, mostrando poi loro, attraverso un “virtual tour”, la sala delle coppe dell’Inter HQ, ricca di trofei ed oggetti delle leggende che hanno contribuito a scrivere la storia del club. Al termine dell’esperienza alcuni tifosi hanno avuto la possibilità di porgere qualche domanda a Julio Cesar.

Ecco le risposte più curiose del numero 12 brasiliano:

Pensavi di vincere così tanto quando sei arrivato all’Inter?
Sicuramente no. Quello che pensavo era di dimostrare il mio potenziale, il primo obiettivo era rimanere nella squadra. Era un’Inter piena di campioni, la mia prima preoccupazione era quella di rimanere in rosa. Poi è accaduto tutto in una maniera che da bambino nemmeno sognavo. Penso sia stato uno dei migliori momenti della mia vita, poi quando cominci a vincere ti viene fame di vittoria e ogni anno volevo vincere sempre di più“.

C’è stato un momento in cui, nel 2009-2010, avete realizzato che stavate facendo qualcosa di storico?
A fine stagione, quando i tornei si avvicinavano alla conclusione. Quando la Sampdoria ha battuto la Roma, abbiamo avuto un segnale. José Mourinho è stato un allenatore che ci ha trasmesso forza. Mi ricordo quando in una riunione ci disse che potevamo vincere tre titoli, ma anche nessuno. E fece scegliere a noi quale possibilità preferivamo, e lì decidemmo di voler vincere tre titoli su tre. Sapevamo fosse dura, ma le cose succedevano in maniera positiva per noi e abbiamo capito che era possibile. La vittoria con la Roma ci ha dato ancora più forza“.

Oltre a quella su Messi, quali parate ricordi particolarmente?
Ce ne sono state tante. Ricordo alcuni interventi che, al di là dell’essere spettacolari, erano parate- Scudetto. Ricordo ad esempio una parata importante su Aquilani contro la Roma a San Siro. Poi nel primo anno con Mourinho : a Bologna su Di Vaio, su Inzaghi nel derby. Ancora ricordo il rigore parato all’Empoli quando c’era Roberto Mancini in panchina, oppure quello a Ronaldinho nel derby“.

Quando hai cambiato il numero di maglia che sensazione hai avuto?
Il numero 12 fa parte anche del nome della mia agenzia. In quel momento, Francesco Toldo aveva smesso di giocare e Paolo Orlandoni mi ha detto che avrei potuto prendere la 1. Non mi sono pentito, però penso che avrei dovuto tenere la 12. Avevo vissuto bei momenti all’Inter con quel numero e i tifosi erano abituati a vedermi con quella divisa. Ripensandoci oggi, non avrei dovuto cambiare“.

 

Link intervista completa: https://www.youtube.com/watch?v=ThFgwmZAZLs&feature=emb_title

 

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