Skip to main content

Dov’è finito il condottiero Conte? Maledetta Villa Bellini.

4 Novembre 2020
Dov’è finito il condottiero Conte? Maledetta Villa Bellini.

Dov’è finito il condottiero Conte? E’ la domanda che in queste ore risuona nella testa dei tifosi nerazzurri.

Questione di carattere…

Con 1 vittoria, 4 pareggi e 2 sconfitte, il mese di ottobre è stato il peggiore del tecnico leccese da quando allena l’Inter. Un dato sicuramente significativo, ma forse a sorprendere ancor di più dei risultati  è la mancanza di aggressività che tanto aveva fruttato lo scorso anno e che sembra invece mancare nell’ultimo periodo. Quella cattiveria agonistica che ha sempre contraddistinto Conte e i suoi ragazzi.

Proprio questa è da tempo la chiave di tutte le sue fortune, quella che gli ha permesso di vincere e convincere sempre al primo anno. Dalle promozioni con Bari e Siena, fino ai successi con Juventus e Chelsea, passando per un’ottima avventura con la Nazionale, dove è riuscito a trarre il meglio da interpreti non proprio di primo rango. Allora, di fronte a questi dati, il fatto di non aver vinto con i nerazzurri subito deve aver cambiato qualcosa nell’atteggiamento del tecnico, di conseguenza anche nei suoi giocatori.

Ma andiamo con ordine.

Sappiamo che Conte, al termine della finale di Europa League contro il Siviglia, lanciò un messaggio di addio all’Inter, senza bisogno di particolari interpretazioni. Così come sappiamo che, per tutta la scorsa stagione, il tecnico sembrava essere sempre insoddisfatto di ciò che lo circondava: da una parte difendeva i suoi ragazzi, dall’altra invitava alcuni membri della società a “non salire sul carro”. Per questi motivi lo scorso agosto si è tenuto il tanto atteso “vertice di Villa Bellini”, in cui il tecnico si è confrontato con i piani alti del club.

… passando per Villa Bellini…

Qui arriva il punto cruciale della vicenda.

Ad oggi, a qualche mese di distanza da quell’incontro, è possibile fare delle ipotesi sulle decisioni prese.

Partiamo dalle certezze: Conte a Villa Bellini ha sicuramente chiesto di poter scegliere determinati giocatori durante il mercato estivo per formare la sua squadra vincente. E così è stato. Gli arrivi di Kolarov, Vidal e Darmian ne sono una chiara conferma. Acquisti fidati, navigati, con l’obiettivo di vincere quest’anno per dimenticare gli insuccessi della passata stagione.

Di contro, il club deve aver chiesto all’allenatore di evitare pubblicamente atteggiamenti polemici e provocatori, per altro non sempre giustificato, in modo da non generare squilibri. Questo secondo aspetto è confermato dal fatto che Conte nell’ultimo mese, nonostante i deludenti risultati citati in precedenza, non abbia mai lanciato frecciatine sulla società, anzi, è sempre stato misurato nelle analisi.

Ed è qui che sta l’errore.

Perchè se è vero che un fare polemico possa non giovare alla società, è altrettanto vero che snaturare caratterialmente un allenatore come Conte non porta ai risultati sperati. Il tecnico leccese è nato per voler sempre di più. E’ nato per non accontentarsi mai. E’ nato per essere un condottiero. Accettare un compromesso secondo cui si va a toccare quella parte di carattere che, seppur sia poco gestibile, ha fatto la fortuna di quella persona e delle sue squadre, significa mettere quest’ultima in una condizione artificiosa, convenzionale, non naturale. E’ ovvio allora che questo senso di estraneità si riflette anche su coloro che scendono in campo, che non si riconoscono più in colui che sanno cos’era e cosa non sarà più.

… ma anche di tattica

Da non sottovalutare poi la questione tecnico-tattica. Conte infatti la passata stagione, prima dunque del confronto di Villa Bellini, non ha raggiunto i risultati sperati. Questo è dovuto probabilmente al timore di sperimentare. L’esempio più calzante sotto questo punto di vista riguarda senza dubbio il caso Eriksen. Sebbene il danese abbia riscontrato diverse difficoltà ad adattarsi, resta comunque un calciatore dal valore straordinario, capace realmente di cambiare le sorti di una partita. Quello che mi piace definire “il limite contiano” trova un’altra conferma nei risultati del tecnico in campo europeo, parlando di Champions, naturalmente. Il massimo traguardo raggiunto da Conte è un ottavo di finale nella stagione 2017/2018 con il Chelsea. Una ovvia conseguenza se si considera che per vincere in un torneo non basta avere uno zoccolo duro predefinito su cui affidarsi. Si tratta di saper leggere i diversi momenti delle partita e le imprevedibilità, dato che ogni occasione potrebbe essere quella decisiva. Sperimentare dunque. Discorso diverso se si pensa al Campionato, dove conta la costanza a lungo termine, non nell’immediato di una partita.

 

Conte e l’Inter, tra limiti e incertezze, non si sono ancora capiti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Ultime Notizie

Frattesi al fotofinish porta l’Inter a 8 punti dallo scudetto.

Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. …

Verso Udine: probabile formazione e ultime.

Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. …

Acerbi Assolto. Sentenza giusta?

Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. …


Clicky