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Dal Pino: “Il calcio rischia i disastro economico-finanziario”

31 Ottobre 2020
Dal Pino: “Il calcio rischia i disastro economico-finanziario”

Paolo Dal Pino, presidente della Lega Serie A, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere della Sera. Ve ne proponiamo un estratto:

 

-Nemmeno nei peggiori incubi avrebbe potuto immaginare un tale annus horribilis quando ha accettato di candidarsi per la guida della Lega…

“È stato un 2020 contraddistinto da eventi straordinari che hanno coinvolto tutti. Quanto alla Lega, chi fa il mio mestiere è abituato a gestire le emergenze. Con buon senso e idee abbiamo portato a termine la stagione scorsa, e così ci muoviamo anche per le sfide attuali”.

-La più stringente è l’appello al Governo a cui ha chiesto misure di ristoro per il sistema calcio?

“Ho scritto al premier Conte usando un tono diretto. Chi banalizza il mondo del pallone non conosce la sua importanza, il calcio è innanzitutto un’industria primaria dell’entertainment, un prodotto che compete a livello globale. Un fenomeno attorno a cui si coagula l’interesse di 30 milioni di persone. Il calcio non è solo star, campioni, ingaggi milionari, ma un movimento che coinvolge 300 mila lavoratori complessivi. La demagogia, il populismo e la superficialità di giudizi vanno messi da parte. Il calcio ha un linguaggio universale, perciò chiedo al Governo che si possa ragionare di sistema: lavoriamo insieme, non contro”.

-Quali soluzioni suggerisce?

“Ne indico tre: la prima sono i ristori per i danni sofferti dal calcio a causa delle misure restrittive imposte dal Governo. La seconda la richiesta ai ministri interessati affinché si lavori insieme. Sulla riforma dello Sport non siamo stati nemmeno consultati, parliamoci per cortesia. Condividiamo tavoli di lavoro. La terza è l’attenzione al valore che il calcio possiede e che la politica non immagina neppure: in Italia per la dimensione sociale che ha, all’estero come veicolo di comunicazione”.

-Con Gravina presidente della Figc c’è dialogo, insieme si cerca di concludere la stagione, ma se non fosse possibile allo studio ci sono i piani alternativi. Quanto è reale il pericolo che corrono molti club di non poter pagare gli stipendi?

“Siamo molto vicini al disastro economico-finanziario. Da un lato lavoriamo con la Figc per misure sul ritardo dei pagamenti o l’introduzione di un salary cap. Dall’altro, se non avremo respiro attraverso ristori e dall’entrata in scena dei fondi nella media company della Lega, il rischio che il sistema si fermi è molto alto”.

-Con la curva epidemiologica in aumento, i playoff sono una possibilità concreta?

“Parlo tutti i giorni con Gabriele Gravina. Abbiamo più simulazioni sul tavolo: spero che il campionato si possa concludere regolarmente, se invece intervenissero altri fattori e una sospensione del torneo fosse necessaria, l’assemblea si esprimerà sul cambio di format”.

-Il suo futuro sarà in Lega?

“Mi auguro si completi il percorso virtuoso intrapreso e che il Governo comprenda il ruolo dell’industria del pallone fornendo impulso al settore. Il mio futuro è poco rilevante, ma di una cosa sono certo: il nostro campionato tornerà a essere il più bello del mondo e io sarò felice spettatore”.

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