Cassano: “L’inter ha solo da perdere, deve vincere lo scudetto. Stasera punterei su Eriksen”
A poche ore dal Derby di Milano, la Gazzetta dello Sport ha pubblicato una lunga chiaccherata con Antonio Cassano, grande ex di entrambe le squadre milanesi.
Cassano, sarà il primo Inter-Milan a porte chiuse.
“Senza pubblico non è calcio. Ma il Covid ha cambiato la vita di tutti, per non fermarci è giusto andare avanti così”.
Questo derby che peso avrà sul campionato?
“Arriva troppo presto, siamo alla 4a giornata, c’è il tempo per recuperare. Però chi ha più da perdere è l’Inter. Conte pensavo non rimanesse dopo lo sfogo di fine torneo, evidentemente lo strappo è stato ricucito. Ora non può fallire: deve vincere lo scudetto”.
Ibra o Lukaku?
“Zlatan è il miglior giocatore del campionato: lui è il Milan ma non so se basterà. Lukaku è giovane, bravo e forte, ma non c’è paragone. A 39 anni la forza fisica non basta, serve la qualità e Ibra ne ha tanta: dopo Ronaldo il Fenomeno e Van Basten c’è lui”.
Le chiavi della sfida.
“Inter favorita ma Ibra può ribaltare tutto se il Covid non gli ha tolto forza. Il rendimento di Zlatan e Lukaku dipende da come verranno serviti da Lautaro e Chalanoglu. Il Toro è migliorato e mi ricorda Aguero”.
Perché Eriksen è così in difficoltà nell’Inter?
“C’è un problema tattico. A Conte quel tipo di giocatore non piace, ma Eriksen è un top player, un campione: in nazionale segna sempre, in Premier League era un fenomeno e piaceva al Real. Conte è un grande allenatore ma a lui piacciono quelli alla Vidal che danno intensità. Il primo anno alla Juve Antonio voleva partire col 4-2-4, poi è arrivato Pirlo e quasi non lo voleva… ma al tempo stesso è stata la sua fortuna”.
Il podio del campionato.
“Inter e poi Juve. Ma occhio all’Atalanta: Ilicic è un giocatore favoloso, se torna in forma può accadere di tutto. Il Milan? Lotterà per il 4° posto con Lazio, Napoli e Roma ma non sarà facile arrivare in Champions”.
Ha dato più al Milan o all’Inter?
“Al Milan. Ho vinto uno scudetto bellissimo e una Supercoppa Italiana. Devo la vita a questo club che mi ha strappato alla morte quando ho avuto il problema al cuore: Berlusconi e Galliani mi hanno trattato come un figlio. Con Galliani però in Cina ci litigai di brutto: chiedevo il rinnovo, lui rimandava il discorso, allora chiesi la cessione e andai all’Inter”.
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