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La resistenza alla Superlega dietro le imprese della Champions

29 Settembre 2021
La resistenza alla Superlega dietro le imprese della Champions

La storia del calcio ci insegna che l’imprevedibilità è una caratteristica ricorrente del gioco, componente fondamentale che disorienta qualsiasi previsione. Queste infatti non si fondano mai sulla ragione: se esistessero criteri obiettivi o scientifici per prevedere un risultato il calcio fallirebbe.

Sono ragionamenti forse banali, che ci aiutano però a capire quanto sia importante salvaguardare i valori dello sport legati al merito. Ad insegnarcelo concretamente è stato l’inizio di questa Champions League che, contro ogni aspettativa, ha portato a risultati incredibili. Nella prima giornata i belgi del Club Brugge sono riusciti a fermare la corazzata del Psg, nonostante il valore della rosa dei primi ammontasse a 155 mln, contro i 997 mln dei francesi. E ancora lo Young Boys, discreta squadra del campionato svizzero, è riuscita a sconfiggere il Manchester United della stella Ronaldo. Infine, nella giornata di ieri, lo Sheriff Tiraspol, formazione moldava fondata poco più di 20 anni fa, si è imposta al Bernabeu contro il Real Madrid.

Si tratta di storie straordinarie che dimostrano come nello sport non basta sembrare. Bisogna essere. E per essere qualcosa, per raggiungere un risultato, per vincere un trofeo, si è chiamati a manifestare sul campo la propria forza. Così mentre nell’aria si vocifera nuovamente la proposta di introdurre la Superlega, in cui solo determinate squadre possono partecipare di diritto al torneo, questi risultati sono fonte dissetante per chi intende ancora salvaguardare il campo al lato economico. Non si tratta di retorica, nemmeno di moralismo. Promuovere la Superlega consegue ad introdurre uno spartiacque senza precedenti. Il calcio diventerà per pochi privilegiati, non più per tutti. I ricchi saranno sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri, senza il diritto di potersi dimostrare il loro valore nel rettangolo verde.

Ma cosa sarebbe il calcio senza il Celtic che batte il Barcellona. La Juve che perde con l’Amburgo. Lo Shalke che sconfigge l’Inter. L’Atalanta che vince ad Anfield. Il Porto che gioca la finale. Davide che sconfigge Golia.

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