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Inter-Fiorentina: l’analisi della redazione

27 Settembre 2020
Inter-Fiorentina: l’analisi della redazione

La mia Inter non sarà più Pazza. Così inneggiava Antonio Conte nella sua conferenza di presentazione un anno fa. Ed invece eccoci qua a commentare un’Inter-Fiorentina 4-3 in extremis alla prima giornata (per l’Inter) della stagione 2020/2021. Una vittoria ottenuta per il rotto della cuffia grazie al solito D’ambrosio (malino come terzo centrale soprattutto nell’1 contro 1) e all’ingresso di Hakimi (altra categoria di giocatore). Male ancora Eriksen, e il tempo inizia ad essere tanto.

Inter col solito 3-5-2 (o 3-4-1-2) con un inedito terzetto difensivo composto da Kolarov, Bastoni e D’ambrosio che lascia parecchi dubbi. Se Bastoni si è comportato bene nel ruolo di centrale dei 3, Kolarov si è perso quasi subito. Da considerare che un periodo di adattamento ci può stare e che non è stato preso per quel ruolo. Capitolo D’ambrosio: dalla sua parte Ribery fa letteralmente quello che vuole e si dimostra giocatore sublime anche a 37 anni compiuti. Nell’1 contro 1 in arretramento mostra tutti i suoi limiti. Ma le chiacchiere stanno a zero. Sono anni che l’Inter compra giocatori per relegarlo in panchina, e sono anni che lui gioca, fa segnare e segna gol pesantissimi.

Il centrocampo è quello che lascia in dote più perplessità (con l’esclusione di Hakimi e Vidal per scelta tecnica): nonostante dei buoni movimenti, i tre centrali perdono tantissime palle banali nel primo tempo, mettendo in costante affanno la precaria difesa nerazzurra (l’assenza di De Vrij per questa squadra è intollerabile). Ma se Brozovic e Barella alla lunga escono, più di pancia che di testa, Eriksen ne azzecca davvero poche: sua la palla persa per il gol di Kouame, in ritardo sui lanci lunghi dei difensori (sbagliato servirlo cosi), da l’idea di essere sempre un tempo di gioco in ritardo, lui che per tecnica e pensiero calcistico è superiore a ogni altro nella rosa nerazzurra. Quando servito bene sui piedi però è bravissimo, vedi la palla alta dal limite a smarcare Lautaro (poi assegnato come autogol).

Perisic è il solito Perisic, va a strappi come se lo ricordavano i tifosi intersti e si divora un gol nel secondo tempo. Young propositivo ma fatica anche lui.

In generale la squadra ha imparato alla perfezione gli insegnamenti di Conte, in attacco soprattutto. Una delle azioni classiche è lo scarico dal fondo per il centrocampista in appoggio che crossa di prima di mezzo. È un’arma che spesso da fame alle difese avversarie, che vengono colte in contropiede mentre avanzano. Lukaku e Lautaro si trovano a meraviglia, con scambi stretti e occupazione dello spazio corto-lungo docet del tecnico salentino fin dagli albori alla Juventus. Lautaro dovrebbe essere molto più aggressivo e determinato soprattutto nell’1 contro 1, ma è giovane e con Romelu di fianco diventerà uno dei Top-10 al mondo. Buonissimo l’ingresso di Sanchez. Il cileno dimostra potenza e voglia di fare. Bellissima la palla per Hakimi del terzo gol nerazzurro.

Fiorentina impostata con un 3-5-2 speculare ma con interpreti molto differenti. Kouame, molto veloce e tecnico, svaria su tutto il fronte offensivo lasciando spesso spazio per gli inserimenti centrali di Chiesa (impressionante la sua gamba) e Bonaventura, come successo nel primo gol dello stesso Kouame.

Ribery, teoricamente schierato da punta, si allarga quasi sempre sulla fascia sinistra e manda in bambola tutta la difesa meneghina, con due assist al bacio per Castrovilli (che se continua cosi verrà sicuramente chiamato da Mancini per l’europeo) e Chiesa (si merita il salto in una big). Si può dire che più che per tattica, 2 dei 3 gol della Viola vengano dal cervello del francese.

Ambrabat si conferma un giocatore di assoluto valore, benissimo davanti alla difesa e nel giropalla, glaciale nell’aumentare o rallentare il ritmo. Ottimo acquisto assieme a Bonaventura, e sinceramente viene da chiedersi come un giocatore del genere possa essere finito tra gli svincolati. Sacrilegio. Gli scambi nello stretto in mezzo al campo sono una costante nelle squadre di Iachini, allenatore spesso sottovalutato ma che quest anno ha una buonissima base umana sulla quale lavorare (se la squadra rimarrà questa).

La questione critica è la difesa, dove tralasciando Milenkovic (all’inter servirebbe come il pane una centrale cosi, anche se sentendo le parole di Ausilio nel pre-partita non sembra che arriverà), Caceres e Ceccherini non sono all’altezza di una piazza che spera di tornare in Europa dopo molti anni. Spesso in ritardo, malissimo sulle palle alte e con poche idee con la palla tra i piedi. Rimandati entrambi.

L’analisi nel complesso è questa: Inter squadra da scudetto se non perderà punti in partite del genere in casa, e con l’inserimento di Hakimi e Vidal può diventare devastante, forse superiore alla Juve per spirito di squadra e esperienza. Fiorentina è una bellissima realtà per ora, con giocatori giovani e affamati. Forse manca un po di esperienza per ambire a piazzamenti importanti, ma sarà sicuramente un luna park che farà divertire tutta Italia.

E voi vi ritrovate con la nostra analisi? Vi sareste immaginanti un’Inter-Fiorentina cosi?

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