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Conte è l’allenatore giusto per tornare al top

17 Novembre 2020
Conte è l’allenatore giusto per tornare al top

L’intervista ad Antonio Conte, pubblicata oggi dal Telegraph, ha lasciato un importante spunto sul quale riflettere. Il tecnico ex Chelsea ha detto di “voler rimanere a lungo sulla panchina dell’Inter” e che “il progetto intrapreso è solo all’inizio”. Dichiarazioni che hanno sorpreso molti, soprattutto quelli che pronosticavano un suo addio certo a fine stagione.

L’inizio di stagione balbettante, unit0 ad un Conte che non sembrava essere caratterialmente lo stesso dell’anno prima, lasciavano pensare ad una separazione a giugno, a prescindere da come si sarebbe conclusa l’attuale stagione. Queste parole però, potrebbero rimettere clamorosamente tutto in gioco. Ricordiamo che il tecnico salentino ha un contratto in essere con l’Inter fino al 30 giugno 2022. Un contratto molto oneroso da 11 milioni netti a stagione. Diventa quindi difficile poter pensare ad una separazione prematura, visto che difficilmente Conte si potrebbe dimettere lasciando un anno di contratto sul tavolo. Dall’altra parte la società farebbe fatica a esonerarlo dovendosi poi accollare due ingaggi pesanti in vista del 2021/2022.

Questo risvolto inaspettato, a nostro avviso, potrebbe sicuramente giovare ai risultati sportivi dell’Inter. Nonostante Conte sia ormai criticato dalla maggioranza dei tifosi nerazzurri per la sua rigidità tattica e per il suo passato juventino, è innegabile che da quando l’ex capitano bianconero si è insediato sulla panchina interista ci sia stato un upgrade nei risultati. Upgrade che, purtroppo, non ha portato trofei nella scorsa stagione, ma che ha visto l’Inter in finale di Europa League e al secondo posto in Serie A (mai così in alto dalla stagione 2010/2011). Ogni progetto vincente nella storia del calcio ha avuto bisogno di tempo per concretizzarsi. Noi crediamo che sia prematuro bocciare già da adesso l’operato di Conte all’Inter dopo quello che si è visto la scorsa stagione. Ed è prematuro bocciare già questa annata dopo appena 10 partite.L’Inter morattiana spesso commise errori dettati dalla fretta di bollare giocatori ed allenatori come inadatti. Allenatori e giocatori che  poi facevano le fortune di altre squadre. In questo momento le parole chiave devono essere due: pazienza e progettualità. Come insegna ad esempio Jurgen Klopp, che vinse il suo primo trofeo con il Liverpool alla quarta stagione da allenatore dei reds.

E’ naturale che in una piazza come l’Inter si voglia arrivare alla vittoria in tempi più veloce possibili, ma non bisogna dimenticare che il periodo dal 2011 al 2017 aveva fatto sprofondare squadra e società in un baratro dal quale non era facile risalire in tempi brevi. Il nuovo corso iniziato con Suning e con Spalletti però, a piccoli passi, ha riportato l’Inter stabilmente in Champions League e ridato credibilità ad una squadra non all’altezza del blasone dell’Inter per troppi anni. In un calcio come quello odierno, dominato dalla corsa ai ricavi e dalle stringenti norme del fair play finanziario, per tornare stabilmente al top bisogna obbligatoriamente passare per degli step di crescita. E l’Inter, dal 2017 ad oggi, di step di crescita ne ha fatti molti. Sul piano societario, sul piano dell’allenatore e sul piano dei giocatori. Il ritorno in Champions, il secondo posto in campionato, la finale di Europa League. Tutto questo era impensabile ai tempi di Stramaccioni, Mazzarri, Mancini e De Boer. Quindi diamo tempo alla società e ad Antonio Conte, e vedrete che non ce ne pentiremo.

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