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Il Derby di Milano e i sudamericani: storia di una lunga tradizione

13 Ottobre 2020
Il Derby di Milano e i sudamericani: storia di una lunga tradizione

Il Derby della Madonnina è una partita dai mille risvolti e dalle infinite chiavi di lettura: un confronto perenne, le storie contrapposte di due gloriose società del calcio nostrano.
Se Milan e Inter rappresentano i due umori opposti della realtà calcistica milanese, c’è un elemento che da sempre mette d’accordo due tifoserie tradizionalmente inconciliabili: l’amore per i fuoriclasse, su tutti quelli sudamericani.

Il derby di Milano, infatti, ha spesso contrapposto, tra gli idoli delle due fazioni, tantissimi campioni provenienti da Argentina, Brasile, Uruguay, Cile e Colombia.

Tantissimi sono i calciatori ad essere entrati nella storia di questa sfida e dei due club, a suon di reti e trofei: da Kakà a Crespo, dal Principe Milito a Zamorano, da Julio Cesar a Serginho, da capitan Zanetti a Ronaldinho, da Pato a Samuel, da Julio Cruz a Nelson Dida, da Emerson a Cordoba, dal mago Herrera a Leonardo, prima calciatore rossonero e poi allenatore di entrambe le formazioni. Senza naturalmente dimenticare quello che ad oggi è ancora uno dei campioni più amati dai tifosi nerazzurri di ogni età: quel Ronaldo capace di far innamorare letteralmente tutti gli appassionati di calcio dello stivale, ammaliati dalle sue magie in nerazzurro, per poi togliersi la soddisfazione di timbrare il cartellino del derby anche con l’altra maglia, quella rossonera. Un dolore ancora vivo nel cuore di tanti interisti presenti a San Siro, quel pomeriggio del 2007.

 



La sfida di sabato vedrà per la prima volta negli ultimi 22 anni la totale assenza di sudamericani nella formazione di partenza dei rossoneri: non capitava dal Marzo del 1998, quel giorno finì 3-0 per l’Inter.
Musacchio e Duarte sono infatti fermi per infortunio e indisponibili per il derby.

I nazionali rientreranno a Milano solo 48 ore prima del derby: Lautaro, Vidal e Sanchez saranno in gruppo solo da giovedì.

Per i primi due dovrebbe essere certo l’impiego dal primo minuto, segno evidente che il fascino per il Sud America alla Scala del Calcio non è ancora tramontato.

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