I cambi di Conte non convincono, passa al 5-4-1 e l’Inter butta via la vittoria

L’Inter era riuscita a capovolgere il risultato nella ripresa passando dall’1-0 all’1-2 grazie alle reti di Skriniar e Hakimi. Poi, Conte decide di cambiare uomini e assetto: dentro Perisic per Lautaro, isolando Lukaku in avanti ed arretrando il baricentro con gli ingressi di Gagliardini e Kolarov. All’86’ è arrivato inesorabile il pareggio della Roma.

I cambi di Conte non convincono, passa al 5-4-1 e l’Inter butta via la vittoria.

Riuscire a ribaltare un risultato fino a pochi minuti dalla fine, ma poi rovinare tutto subendo il ritorno avversario, veemente, ma anche favorito (?) dai cambi che hanno lasciato più di qualche dubbio all’interno dell’assetto tattico voluto da Antonio Conte. Così, l’Inter esce dall’Olimpico con l’amarezza di aver accarezzato un meritato vantaggio sprecato nei minuti conclusivi. Assalto romanista al secondo posto sventato, ma il Milan là davanti riprende la fuga.

Nessun interista può ritenersi soddisfatto al fischio finale, anche se Roma e Inter hanno dato spazio al solito match tutto gioco, emozioni e gol. L’amarezza è dovuta alla scelta di Antonio Conte, una volta passato in vantaggio, di cambiare uomini e assetto alla squadra.

L’Inter, per almeno 70 minuti costruisce molto in avanti, non riuscendo a pungere come dovrebbe nel primo tempo, ma rifacendosi nella ripresa. Dopo il Tè caldo, infatti, l’Inter scende in campo con un approccio diverso dalla prima frazione, e trova il doppio gol del vantaggio. In campo i nerazzurri giocano diversamente: in fase di possesso alzano il baricentro, difendendo a due con Bastoni e Young larghissimi e con Hakimi sempre avanti in mediana.

Finalmente tutto sembra funzionare: Brozovic e Vidal si alternano a Barella davanti alla difesa, ripiegando in copertura ed evitando le ripartenze della Roma che è costretta al fraseggio più lento per avanzare. In avanti Lautaro è vicino a Lukaku. Tutto combacia, il 2-1 è più che meritato, ma ad un certo punto Conte cambia.

Perché cambiare uomini e assetto con la squadra che ha trovato le dinamiche corrette per interpretare il finale di partita? Domanda da un milione di dollari. Perché Conte decide di passare ad un 4-5-1 togliendo Lautaro e lasciando Lukaku unica punta, per l’inserimento di Perisic. Il croato dà man forte in mediana, ma isola il belga e l’Inter abbassa il baricentro pericolosamente.

La frittata viene compiuta con altri due cambi: esce Hakimi che aveva trovato le misure alla difesa giallorossa, per Kolarov che non entrerà mai in partita. Fuori anche Vidal, malconcio per un Gagliardini chiamato a fare densità senza però riuscirci. Con il baricentro più basso, un Lukaku inutilmente isolato in avanti, l’Inter arretra e subisce il pareggio. Con Conte per una volta vittima della sindrome da Piano B, mutando forma e aspetto di una squadra che da Roma poteva tornare con 3 punti pesantissimi.

Restano per 90 minuti in panchina i vari Sensi, Eriksen e Sanchez.

I cambi di Conte non convincono, passa al 5-4-1 e l’Inter butta via la vittoria.

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