Se pensi all’Inter targata Antonio Conte, non possono che saltarti alla mente i tre numeri più gettonati degli ultimi tempi: 3-5-2. Il salentino è noto per essere particolarmente legato a questo tipo di soluzione tattica, che gli ha regalato molte gioie in passato. Per questo viene spesso etichettato come “integralista”, stessa etichetta che veniva affiliata ad un suo collega solo pochi mesi fa. Chi? Paulo Fonseca.
Il tecnico della Roma, è arrivato in Italia la scorsa estate con un idea di gioco molto chiara: 4-2-3-1, palleggio e fantasia. Volendo cercare di emulare nella capitale, il suo Shakhtar “brasiliano”. Ma la Serie A non è proprio come il campionato ucraino, e il portoghese ha avuto più di qualche difficoltà. Tanto che prima del lockdown, si parlava già di esonero e progetto fallito.
Eppure oggi la Roma si trova a tre punti dalla vetta della classifica, attualmente imbattuta sul campo. E dal possibile addio, Fonseca, è passato al possibile rinnovo. La svolta è arrivata quando l’ex Shakhtar, ha avuto il coraggio di abbandonare il suo fedelissimo 4-2-3-1, a favore di un 3-4-2-1 nettamente più adatto alle caratteristiche della sua squadra. Certo il cambio d’abito non può essere garanzia di successo, ma come si suol dire, tentar non nuoce. Soprattutto in un momento, dove le cose non riescono proprio a girare per il verso giusto.
Anche perchè Conte, nonostante venga etichettato come integralista, prima di arrivare all’Inter ha dimostrato di saper cambiare. Mai dimenticare che il suo celeberrimo 3-5-2, nasce dall’originale 4-2-4 proposto a Bari, poi trasformato ai tempi della Juventus. Insomma Conte è in grado di cambiare pelle, ma per ora non ha alcuna intenzione di farlo.
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