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Troppi gol subiti da dentro l’area di rigore – Inter, cosa succede?

26 Novembre 2020
Troppi gol subiti da dentro l’area di rigore – Inter, cosa succede?

Il numero di gol subiti dall’Inter sta iniziando a diventare davvero preoccupante, già 20 in questo stagione. A maggior ragione se si comparano con l’annata 2019/2020 e, più in generale, con la storia manageriale di Conte, un tecnico che ha fatto della solidità difensiva uno dei suoi punti di forza. Ma c’è di più. Analizzando attentamente il modo in cui questi gol sono arrivati, ci si accorge che ben 18 dei 20 gol subiti totali sono arrivati da dentro l’area di rigore. Un numero che preoccupa.

Clean Sheet Wanter, Dead or Alive. Scherzando un po’ su questo brutto momento dei nerazzurri, i gol subiti sono una costante in questo inizio di stagione. Si perchè dall’inizio del campionato (e della Champions), l’Inter è stata in grado di mantenere la propria porta inviolata solamente in due occasioni. Quali? A Marassi contro il Genoa e e in Ucraina contro lo Shakhtar. Stop.

In tutte le altre partite, la squadra nerazzurra ha subito almeno un gol. Peggio ancora, l’Inter ha subito almeno due gol nelle ultime 6 partite consecutive in casa, situazione che non capitava dallo sciagurato periodo di Stramaccioni.

Ancora più grave, forse, è il fatto che 18 dei 20 gol subiti totali dalla squadra sono arrivati dall’interno della propria area di rigore.Questo è sintomo di una insicurezza difensiva che va al di la di ogni attenuante. Ma come è possibile che quella che dovrebbe essere un punto di forza della squadra (e di Conte) si sia trasformato nel reparto più debole della squadra?

Le ragioni possono essere tante. Proviamo ad analizzarle assieme.

La prima che ci viene in mente è una considerazione che è insita nella natura stessa del tecnico, come già succede ad altri grandi allenatori che fanno della grinta e dell’agonismo il proprio punto di forza (Mourinho docet). Una partenza a mille e poi un calo inspiegabile. A Conte è già successo ai tempi del Chelsea (tralasciamo volutamente la Juventus, caso a parte e situazione che potrebbe capitare una volta ogni 100 anni). Il primo anno a Stamford Bridge, i Blues erano una macchina perfetta, sia dal punto di vista tattico che da quello agonistico. Una squadra coesa, forte fisicamente, che batteva gli avversari macinando il doppio del Km in campo (sempre con la difesa a 3, è bene ricordarlo a tutti i tifosi). Al secondo anno, però, inspiegabilmente qualcosa si rompe, e la squadra finisce a metà classifica.

Come è possibile passare, in pochi mesi, da essere un tritasassi ad un colabrodo? La spiegazione può averla solo il Dio del pallone.

La seconda considerazione è qualcosa che vale solo per questa stagione assolutamente particolare. L’emergenza Covid-19 che sta stravolgendo le squadre. Preparazione scadente, acquisti spesso approssimativi e dettati dalle circostanze o dalle occasioni, e soprattutto una costante mancanza di uomini. L’Inter è stata una delle squadre europee maggiormente colpita dal Coronavirus, costringendola spesso a schierare difese improvvisate e non all’altezza.

Il problema dei gol subiti da dentro l’area va a braccetto con la capacità dei propri uomini di pressare alti. Nel caso non sia possibile, la cosa migliore da fare è difendere in arretramento in modo coordinato tra centrocampo e attacco. Prendiamo l’esempio di D’Ambrosio. Per colpa delle numerose assenza, l’ex granata è stato spesso costretto a giocare come terzo di destra di difesa. Una posizione, questa, per cui è completamente inadatto. Non essendo capace di coprire adeguatamente lo spazio tra il centrale e la linea laterale (Hakimi difensivamente nulla in questa prima parte di stagione) è spesso stato colpevole di errori individuali enormi. Qualcuno si ricorda di come Ribery e Leao se lo sono mangiato in velocità? Ecco, un difensore che gioca così, costringe tutta la difesa ad abbassarsi in modo scoordinato, lasciando praterie immense che i centrocampisti avversari possono sfruttare n inserimenti centrali.

Ma come lui, anche quando veniva schierato Kolarov come terzo di sinistra la situazione era identica. L’esempio perfetto è sempre il derby di Milano. Kolarov, invece di mantenere la posizione e temporeggiare, va dritto sulla palla a centro area. Risultato? Rigore e gol.

Come questi potremmo portare numerosi esempi di come l’emergenza abbia privato il tecnico di numerosi giocatori per tantissime partite, costringendolo a schierare giocatori fuori ruolo e inadatti ai compiti difensivi che una difesa a 3 richiede. 

La terza questione è proprio la difesa a 3. Ma attenzione, noi non critichiamo anno schieramento con 3 centrali di difesa, ma tutto il resto della squadra che non fornisce copertura e aiuto sufficiente. Il centrocampo, per esempio, non aiuta mai sulla pressione e sugli inserimenti. Brozovic raramente segue il proprio uomo sull’esterno. Hakimi non è ancora in grado di difendere come un difensore quale è (che venga schierato ala allora, forse fa più bella figura). Vidal da mediano non può giocare e Barella non può essere ovunque. Aggiungiamoci il pressing nullo degli attaccanti, e il gioco è fatto.

Infatti, ogni allenatore vi dirà che il sistema a 3 dietro funziona solamente quando si ha un centrocampo che è in grado di fare filtro (se in squadra si avesse Kanté, come richiesto da Conte, le cose sarebbero sicuramente diverse). Giocando in questo modo, i problemi sono molteplici. La maggior parte delle volte le squadre avversarie si trovano sia praterie centrali che costringono la difesa ad abbassarsi correndo all’indietro (chi ha giocato a calcio conosce di cosa stiamo parlando), sia buchi enormi sulle fasce per via dei mancati raddoppi difensivi degli esterni (dove stava ieri sera Hakimi sulla pressione di Skrinar su Hazard?).

L’ultima considerazione riguarda lo stato di forma dei singoli. La preparazione approssimativa (quasi nulla) delle squadre ha lasciato in dote giocatori non in forma, spaesati e confusi. Si sottovaluta spesso la ritmicità del corpo umano, e a maggior ragione quella dei professionisti. Alcuni di essi, i più esperti, sono stati abituati fin dall’età di 14 anni ad avere almeno un mese per ricaricarsi, per sciogliere i muscoli e svuotare la testa prima di ripartire. Quest’anno non è andata così, e che enne dicano i tifosi da bar o i presunti CT, questo influisce.

Prendiamo ad esempio De Vrij. L’olandese non può di certo essere diventato inabile al gioco del pallone nel giro di 3 mesi. Le questioni fisiche sono fondamentali nel calcio di oggi.

Aggiungiamoci la propensione quasi nulla di Skriniar a difendere a 3, il fatto che Bastoni sia al primo vero momento negativo della squadra nella sua carriera, e che Ranocchia è sempre Ranocchia e nulla più, e si hanno questi risultati.

I tanto gol subiti dall’Inter, e a maggior ragione quelli arrivati da dentro la propria area di rigore, sono il risultato di tutti questi fattori e sicuramente di molti altri.

Ma visto che a noi piace lanciare il sasso e nascondere la mano, purtroppo la soluzione a questi problemi spetta solamente ad Antonio Conte e alla sua squadra.

 

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