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Eriksen: “In Italia per imparare, sono nel momento migliore della mia carriera. Ora apriamo un ciclo”

7 Maggio 2021
Eriksen: “In Italia per imparare, sono nel momento migliore della mia carriera. Ora apriamo un ciclo”

Uno dei volti del 19° Scudetto interista sarà destinato ad essere anche quello di Christian Eriksen: che oggi si è raccontato ai microfoni di Gazzetta dello Sport.

Le parole di Eriksen a Gazzetta:

Come si sta da campione d’Italia?
“Prima di arrivare all’Inter, era stato difficile vincere. E adesso, invece, vivo forse il momento migliore della mia carriera”.

È una rivincita?
“Non ho rivincite da prendere contro nessuno. Io gioco soltanto a calcio: a volte va bene e altre male. Poi questo sport cambia velocemente, praticamente ogni settimana. Sei mesi fa vivevo una certa situazione, ma ora abbiamo vinto un trofeo e posso solo dire di essere molto felice di stare all’Inter”.

Eriksen, appena arrivato disse a Gazzetta: “Voglio interrompere il dominio Juve”. Fatto. Ora si può aprire un nuovo ciclo?
“Questo scudetto è un buon punto di partenza… Ora possiamo continuare e costruire un ciclo”.

E per riuscirci quanto è importante che Conte rimanga?
“Conte è importantissimo per tutti, anche per il modo in cui giochiamo. Seguiamo alla lettera le sue indicazioni e in campo si vede. Siamo tutti felici di aver vinto con lui. Ma la sua permanenza non è una mia decisione: dipende da lui e dal club“.

Il segreto del successo?
“La squadra stessa. Tutti abbiamo contribuito in modo diverso a un obiettivo comune. È dura per tutti giocare contro di noi, questa stagione è stata una grande performance di squadra”.

Sul rapporto con Conte…
“Io sono arrivato con la mente aperta per imparare. Quello che non ho capito all’inizio è che dovevo seguire sempre il sistema di Conte. Che dovevo eseguire e ricordare tutte le giocate che lui aveva preparato per la squadra. In precedenza, ero più abituato all’intuito, ero libero di prendere decisioni in un secondo in base a quello che vedevo. Invece col mister c’è sempre un piano generale da seguire. Bisogna essere preparati, sapere sempre dove sono i compagni e dove possono spostarsi. Ho dovuto imparare tutto questo, adattarmi a un ritmo diverso, poi a gennaio ci siamo parlati e ho iniziato a giocare di più e a dimostrare che ero capace”.

Sul periodo grigio e i subentri di 1 minuto…
“Ne ho parlato con l’allenatore e so che lui prende le decisioni migliori per la squadra in quel momento. Se mi faceva giocare così poco è perché, evidentemente, pensava che gli potessi essere utile in quei minuti. Non c’era niente di personale. È chiaro poi che avrei voluto giocare di più, ma ho sempre rispettato le sue decisioni. Sapevo che sarebbe arrivata l’occasione e che l’avrei dovuta sfruttare. E così è stato”.

Ma è stata la punizione al Milan la vera svolta?
“Solo nella percezione esterna. Il gol al Milan ha forse cambiato il modo in cui gli altri mi guardavano, ma non ciò che pensavamo all’interno. La situazione è cambiata quando ho potuto giocare con più continuità e ho guadagnato la fiducia di compagni e tecnico”.

Quanto è stato davvero vicino a lasciare l’Inter? E adesso si vede a lungo nel club?
“Sei mesi fa potevo essere considerato fuori, è vero, ma ora è cambiato tutto. Nessuno può prevedere il futuro, ma sono contento di restare qui e di avere uno scudetto sul petto”.

Su Lukaku…
“Non avevo dubbi su Romelu neanche in Premier, ma nel nostro sistema lo considero il centravanti migliore che ci sia. È impressionante, ma ora è diventato ancora più dominante di prima. Meglio averlo come compagno che contro…”.

Perché in Inghilterra tanti calciatori importanti si sono pronunciati sulla Superlega e in Italia nessuno?
“È un progetto di cui nessun giocatore sapeva niente e che in due giorni è finito, quindi è difficile farsi una idea. Come calciatore devi rispettare il club in cui ti trovi, e il club a sua volta deve rispettare i tifosi e tutta la gente coinvolta. Semplicemente, non avevamo niente da dire perché quella è una decisione di club e proprietari: non so nel futuro, ma al momento non è un progetto sul tavolo”.

leggi anche: Lautaro: “Fui molto vicino al Barcellona…”

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