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Linea Diletta, Conte: “Orgoglioso di aver vinto ma l’Inter era un progetto triennale. Futuro? Mi vedo in America”

5 Giugno 2021
Linea Diletta, Conte: “Orgoglioso di aver vinto ma l’Inter era un progetto triennale. Futuro? Mi vedo in America”

È finalmente uscita l’intervista di Antonio Conte a Dazn, all’interno del programma Linea Diletta. Intervistato dalla giornalista Diletta Leotta, l’ex tecnico neroazzurro si è raccontato a tutto tondo pensando anche al futuro. Anche se al momento delle dichiarazioni, sedeva ancora sulla panchina dell’Inter.

Conte a Linea Diletta: “Inter progetto triennale. La mia ‘cattiveria’ nasce dalle sconfitte. Futuro in America”

Si aspettava di vincere già quest’anno?

“L’obbiettivo quando ho firmato per l’Inter era un progetto triennale, dove comunque bisognava riportare l’Inter a tornare a giocare per obbiettivi importanti. Il fatto di esserci riuscito al secondo anno penso sia stata una grande cosa. Se dormo mai? -continua sorridendo il salentino- si fa un po’ di fatica ma è inevitabile, perchè quando sei allenatore sei responsabile di un gruppo di persone che non sono solamente i calciatori. Ed è inevitabile che quando sei responsabile un po’ di tuto vai a dormire con i pensieri in testa. Mi è capitato talvolta, anche dopo una vittoria, che per pensare al dopo non mi sono goduto il momento”

La svolta definitiva è stata rappresentata dal sorpasso nei confronti del Milan:

“A livello di campionato il momento decisivo è stato quando abbiamo sorpassato il Milan. In quel momento devi reggere la pressione, perchè da cacciatore diventi lepre. E devi capire che da quel momento in poi tutto dipende dal tuo risultato. Non dipendi da niente e da nessuno ma sai che vincendo metti pressione su tutti. Poteva esserci un po’ di ansia da primo posto in classifica. Invece noi abbiamo accelerato. E credo quello sia stato il momento decisivo perchè da lì in poi, chi era dietro ha faticato perchè vedeva che chi stava davanti continuava a vincere”.

Chi è maturato di più in questi due anni?

“I ragazzi sono maturati. È inevitabile che sono all’inizio. Per tantissimi è la prima volta ad aver vinto qualcosa di importante in carriera. Però come dico sempre, quando inizi a vincere poi la vittoria ti deve entrare nel cervello. Dev’essere tua. E sai che per vincere a volte devi esasperare alcune situazioni. I ragazzi sono stati veramente bravi. Tutti loro stanno iniziando un percorso da vincenti. Non solo hanno vinto un campionato italiano, ma hanno vinto un campionato che per 9-10 anni aveva avuto solo una storia. E il fatto che abbiano realizzato questa impresa è un grande merito.

I tuoi giocatori ti hanno sempre assecondato, e alla fine gli sforzi hanno ripagato…

“Una cosa che mi riconoscono i calciatori è che è meglio una brutta verità che una bella bugia. Su una brutta verità costruisci, anche se al momento il calciatore o la persona che lavora con te ci può rimanere male. Ma alla fine apprezza perché una brutta verità porta a un ragionamento, una riflessione e poi ad un miglioramento”.

Così è diventato l’Antonio Conte di oggi…

“Io ho avuto moltissimi infortuni durante la mia carriera. Ma mi hanno temprato molto, mi hanno dato la forza di reagire, di far si che l’evento negativo accumulasse cattiveria, ma una cattiveria di quelle giuste. Sono sempre pronto a superare le difficoltà. Da calciatore ero uno bravo. Da calciatore ho vinto tutto quello che si poteva vincere. Nella mia carriera, sia da calciatore che da allenatore, ho vinto tanto però ho perso anche tanto. Quando perdi alcune partite, comunque dentro ti rimane una “cattiveria” che ti porta a non voler più rivivere quel momento e a fare di tutto per cercare di trasferire anche questo ai calciatori che a volte hanno difficoltà a capire da dove arriva questa “cattiveria”. Sicuramente deriva dalle cicatrici, che si sono rimarginate, ma diciamo che non ne vuoi altre, ecco”.

Con un po’ di commozione, Conte parla anche del rapporto con suo padre, suo primo presidente e allenatore…

“Parlare di papà mi emoziona sempre. Il mio primo presidente e allenatore. La mia famiglia è stata molto importante per me. Da ragazzino venivi buttato in strada. Mamma e papà dovevano lavorare. Prima c’era la strada che ti faceva crescere. Ma in strada ti dovevi difendere. Papà ha avuto un ruolo fondamentale assieme alla mamma nel mio percorso. Papa è sempre molto chiuso però so che è molto orgoglioso”.

Fingendo un colloquio di lavoro, perchè un azienda dovrebbe scegliere lei?

“Un’azienda dovrebbe scegliere me perché sono un vincente e una garanzia dal punto di vista lavorativo e umano. Il mio più grande pregio è di dare tutto me stesso per chi lavoro senza risparmiarmi: so valorizzare l’azienda. Difetto? Chi dà sempre il massimo per il posto per cui si lavora non può avere grandi difetti. Devi avere la giusta presunzione, la giusta arroganza: forse a volte sono troppo onesto, ma non lo considero un difetto”.

E per chiudere la sua intervista a Linea Diletta, Conte risponde così sul suo futuro:

“Mi piacerebbe fare delle esperienze all’estero. Dove mi vedo tra 5 anni? Mi piacerebbe andare in America”.

leggi anche: L’Atletico punta Lautaro ma l’Inter non fa sconti: fissato il prezzo

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