Inter-Atalanta e il surreale pomeriggio del 6 maggio 2001

San Siro. 6 maggio 2001. Al “Meazza” si affrontano l’Inter di Tardelli e l’Atalanta di Vavassori. L’Inter è reduce da una stagione molto deludente. L’unico obiettivo rimasto possibile è la qualificazione in Champions League, che in quel momento dista 6 punti. Sorprendentemente l’Atalanta arriva a questo derby con gli stessi punti dei corregionali milanesi (41), frutto di un girone d’andata straordinario. Nonostante la stessa posizione di classifica, l’Inter sbriga la pratica nel primo tempo grazie alla doppietta di Vieri e al sigillo di Recoba.

Mentre la partita sembra scivolare tranquilla verso la sua conclusione, ecco che succede qualcosa destinato a far ricordare questa partita come una delle pagine più brutte e grottesche del calcio italiano. Improvvisamente, infatti, dal settore degli ultrà interisti viene lanciato un booster verso il primo livello della curva. Il motorino era stato precedentemente rubato ad un tifoso atalantino e poi fatto salire al secondo anello verde, sfruttando l’assenza di controlli negli ultimi 15 minuti della partita. Il gesto fu una risposta degli ultras nerazzurri al tentativo, da parte degli ultras bergamaschi, di rovesciare le auto di Corso e Boninsegna nel 1972. Inoltre tra interisti e atalantini non correva buon sangue anche per uno striscione rubato dagli ultras della “Dea” ai boys nerazzurri durante una partita a Bergamo.

Un episodio che all’epoca fece indignare i molti appassionati di calcio e che acuì il problema della sicurezza negli stadi. Si dovettero attendere ancora poi sei anni per l’avvento dei tornelli, con la loro installazione avvenuta dopo la tragica scomparsa dell’Ispettore Capo della Polizia Filippo Raciti, durante gli scontri avvenuti dopo Catania-Palermo del 2 febbraio 2007