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Dieci anni dopo: il Triplete visto da Jose Mourinho

7 Settembre 2020
Dieci anni dopo: il Triplete visto da Jose Mourinho

“I risultati fanno la storia, io mi sento veramente speciale perché penso che quello che abbiamo fatto va più lontano delle Coppe, delle medaglie e della storia. È questa la cosa che mi fa sentire davvero speciale”. Queste sono le parole dette dall’ex tecnico nerazzurro ai microfoni di Sky Sport, ricordando la storica impresa di dieci anni fa, quando la Beneamata conquistò il Triplete vincendo Coppa Italia, Scudetto e Coppa dei Campioni/Champion’s League.

Josè Mourinho ha voluto parlare prima di tutto del legame che aveva intessuto con la squadra e la società: “Il rapporto che ho con i giocatori, Moratti e tutti quelli che abbiamo lavorato lì è un rapporto di ogni giorno. Questa è la cosa più importante: il ‘Triplete’, la Champions, il sogno di tutti gli interisti e il mio, ma quello che rimane per sempre è questo rapporto. E questa è una cosa veramente speciale”.

Lo Special One si è soffermato sulla semifinale di ritorno al Camp Nou contro il Barcellona, in modo particolare su un episodio, che costrinse l’Inter a giocare in inferiorità numerica per quasi tutta la partita: “Dopo l’espulsione di Thiago Motta mi giro verso la panchina del Barcellona e vedo che tutti festeggiavano, sono andato da Pep e gli ho detto ‘Hey tranquillo che non è ancora finita’”. Alla fine Mourinho e i suoi uomini superarono il turno sconfitti per 1-0, dopo aver vinto 3-1 all’andata: “Sapevo che i nostri giocatori avrebbero lasciato la vita in campo. È stata la sconfitta più bella della mia vita”.

L’intervista prosegue con il 22 maggio 2010, una data scolpita sul cuore di tutti gli interisti. Quella sera al Santiago Bernabeu di Madrid l’Inter si candida Campione d’Europa per la terza volta nella sua storia. Grazie a una doppietta di Diego Milito i nerazzurri battono per 2-0 il Bayern Monaco. L’allenatore portoghese la ricorda così: “Quando siamo arrivati a Madrid la sensazione di tutti era che la coppa era nostra.

Anche io lo sentivo, ho cercato di far passare ai miei giocatori il messaggio corretto: avevamo una partita da giocare, ma Dio aveva deciso che era nostra”. Inoltre svela il motivo della sua decisione di non tornare allo stadio Meazza a festeggiare con giocatori e tifosi: “Perché non sono andato a Milano per la festa? Se tornavo a Milano magari non uscivo più”.

L’allenatore portoghese termina il discorso sull’Inter focalizzandosi sull’attuale situazione del club meneghino: “L’Inter negli ultimi dieci anni ha vinto solo una Coppa Italia: è pochissimo, quasi inaccettabile. È dura per un tifoso ed è difficile da capire, ma nel modo come stanno lavorando e con gli investimenti importanti non sarebbe una sorpresa se l’Inter tornasse a vincere in Italia e in Europa”.

Infine chiosa sul Tottenham, club per il quale sta lavorando: “Io sono in una squadra che non ha mai vinto, che non ha questa cultura della vittoria dove prima di vincere in Europa magari si deve vincere in Inghilterra che non è ovviamente facile.


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