La follia del decennio: come sempre l’Inter è il primo flagello di se stessa
Follia, pura follia… solo così può essere descritta la decisione di dire addio ad Antonio Conte. Due anni fa arrivò come salvatore della patria. Non è stato facile per lui farsi accettare dall’ambiente, eppure dopo tanto lavoro, passando anche attraverso diversi fallimenti e critiche, il comandante è riuscito a portare in porto la nave. E anche con apparente facilità nell’ultimo tratto.
Dopo un decennio da incubo, i neroazzurri sono finalmente tornati ad alzare al cielo un trofeo. Cosa che non accadeva dal lontano 2011, e se ci riferiamo in particolare allo scudetto, dai tempi del triplete. Proprio dall’ultima Inter vincente, poi sgretolata istantaneamente.
Oggi come allora, il tecnico trionfante dice addio: diciamo che il detto “squadra che vince non si cambia”, non è molto popolare dalle parti di Appiano. Ma se quello di Mourinho, poteva in effetti essere definito un ciclo vicino alla sua fine, quello aperto da Conte sarebbe stato ancora ai suoi albori. Ora Zhang ha promesso che le ambizioni del progetto non muteranno, ma il timore dei tifosi (più che giustificato) è di rivivere un piccolo deja vu di quanto successo dopo il 2010.
Insomma dopo tutti gli sforzi fatti per arrivare a questo punto, la società avrebbe anche potuto stringere i denti ancora per un po’, perchè sarebbe davvero un suicidio vanificare anni e anni di lavoro nel giro di una settimana.
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