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Se il buongiorno si vede dall’ultima amichevole spumeggiante…

20 Settembre 2020
Se il buongiorno si vede dall’ultima amichevole spumeggiante…

 

I rumori più attesi sono quelli degli applausi. Non si fanno attendere, sono quelli dei 1000 tifosi che, riempiono con le dovute distanze, i posti loro assegnati al primo anello rosso. Piccoli segnali di una sospirata normalità. Prima dell’inizio della gara col Pisa, si sente una cosa che dal Meazza, era assente da troppo tempo: “Romelu Lukaku eh eh oh oh!”. E’ un piccolo coro, che però si staglia puntuale e con l’assenza di pubblico nelle altre zone dello stadio, si sente a meraviglia, come una scialuppa in mezzo ad un mare di dubbi.

Anche l’Inter gioca che è una meraviglia, tocchi veloci, trame ficcanti, e gli spazi del manto erboso di san Siro, tirato nuovamente a lucido, riempiti in modo armonioso. Certo, il banco di prova non è dei più seri, ma dai novanta minuti contro il Pisa, l’impressione dello stato di salute dell’Inter, a pochi giorni dal debutto casalingo contro la Fiorentina, è più che buona. Rubano soprattutto l’occhio i due nuovi esterni, il marocchini Hakimi ed il serbo Kolarov. Si cercano spesso con lunghe e precise gittate, si trovano, la mancina e la destra hanno trovato finalmente, dopo essere state negli ultimi anni affittati a vari condomini, due nuovi proprietari e, ne beneficia tutta la squadra.

Davanti poi l’Inter sembra ballare la samba, con Lukaku, che apre le marcature e smista, Martinez che ne fa tre e subito dietro di loro Eriksen, che sprizza nuova energia da tutti i pori. Se fosse proprio il genietto danese l’acquisto che non ti aspetti e che hai già? Non è un caso, che l’ex Spurs, assieme a Kolarov, D’Ambrosio, Perisic e Gagliardini, sta in campo per tutto l’arco dei novanta minuti.

Il Pisa, sembra un bambino al suo primo giorno di scuola ma su un’astronave: l’emozione della novità più che esaltarli, travolge i toscani, che non riescono proprio a rendersi pericolosi concretamente e con continuità. Lo fanno solo una volta, nel primo tempo, con una rovesciata stilisticamente gradevole, ma infruttuosa, di Marconi, la punta di riferimento della squadra di mister Luca D’Angelo, che nel campionato di B, avrà tempo e modo di rifarsi, a cominciare dal debutto al Mapei Stadium di Reggio Emilia contro la Reggiana.

Il resto, è una danza nerazzurra, fatta di ritmo alto e di giocate spumeggianti. Evidentemente, il fatto di aver finito la stagione il 21 di agosto, con la finale posticipata di Europa League contro il Siviglia, ha permesso ai meccanismi della squadra di Conte di restare oliati e non messi nell’armadio sotto naftalina. Poi i nuovi, Kolarov ed Hakimi su tutti, ma anche Radu, dentro per tutta la ripresa al posto di Handanovic, si sono mostrati vogliosi di lasciare il segno.

Festa di gol dunque, ritorno di pochi ma piacevoli applausi, Martinez ed Eriksen che ne fanno rispettivamente tre e due, non male anche i centri degli altri marcatori di giornata, Lukaku e Gagliardini. E quell’idea, sempre viva, di poter essere un’orchestra convincente.

Con un solo difettuccio, che magari contro lo sparring partner attuale è risultato irrilevante, ma contro le corazzate di A e le forze europee, potrebbe creare qualche grattacapo: questa Inter è una cattedrale di bellezza, ma ogni tanto, specie quando ha il pallino del gioco e della posta già dalla sua, tende a specchiarsi troppo in sé stessa, così concede quelle due palle gol, che in A e in Europa possono voler dire brutte sorprese. Anche Narciso aveva questo difetto, ma poi, quando credeva che fosse un pregio, finì per specchiarsi troppo nel suo riflesso sull’acqua e morì. Si belli dunque, ma anche molto utili, caratteristiche che Conte, ne siamo certi, saprà far coesistere. Intanto è finito il pre season e le indicazioni raccolte sono confortanti. Ora avanti così, a testa bassa, anche il prossimo avversario è toscano ma si chiama Fiorentina, ed ha già vinto la prima di campionato.

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