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Real Madrid-Inter: l’analisi tattica della redazione

4 Novembre 2020
Real Madrid-Inter: l’analisi tattica della redazione

 

Ora si fa davvero dura. Real Madrid-Inter finisce 3-1 allo stadio Alfredo Di Stefano a Valdebebas, in una partita prima data per persa, poi miracolosamente recuperata e infine persa di nuovo a causa di una disattenzione difensiva. ‘Gladbach 5 punti, Real e Shakhtar 4, Inter 2. Questa la classifica del girone di Champions League più pazzo dell’anno, senza un vero padrone e con ancora tutti i giochi aperti. Benissimo la prova di Lautaro Martinez (un gol, un assist e altre 2 occasioni da gol mancate) e Barella (solo l’assist di tacco gli vale la partita). Da mani nei capelli Hakimi e De Vrij, i principali colpevoli della sconfitta di ieri sera. Nel Real brillano i due cambi di Zidane, Vinicius Jr. e Rodrygo. Conte prenda nota.

La nota positiva è sicuramente la prestazione del Toro, totalmente rigenerato grazie alla musica della Champions. La nota negativa sono i due punti in classifica che condannano l’Inter all’ultimo posto nel girone. La sfida dell’Alfredo Di Stefano lascia in dote una squadra troppo sfilacciata tra i reparti, che subisce veramente troppo e commette tantissimi errori tecnici individuali. Vidal lontano parente del giocatore che fu, Young non ha più la gamba per queste partite, e i cambi mai prima dell’80 minuto. Come dice Conte, la mentalità è giusta (deve ripartire dall’ottima ripresa e dalla voglia mostrata anche dopo il doppio svantaggio) e tutto sommato mancano ancora 9 punti alla fine, ma la sensazione è che l’Inter potrà garantirsi il passaggio del turno solo vincendole tutte. Chi ambisce allo status di “Grande Squadra” non può ridursi sempre così.

L’Inter si schiera in campo con un 3-4-1-2 con il trio D’Ambrosio, De Vrij Bastoni in difesa, Young sulla sinistra e Lautaro Martinez Perisic davanti. Sui due gol può davvero poco Handanovic, ed inoltre è bravo a chiudere su Asensio in avvio di gara e su Benzema nel finale per evitare il 4-2 (poi giudicato fallo di mano del francese). Fino al primo gol del Real la partita è anche piacevole per i tifosi, con occasioni e intensità da entrambe le parti ed almeno due occasioni nitide per l’Inter (con Perisic e Lautaro).

Tutta la difesa però si dimostra insicura e poco precisa per tutto il primo tempo, sbagliando tantissimo in uscita e lasciando molto spazi sulla trequarti. Graziata sia da Valverde che da Benzema, non può nulla sull’erroraccio di Hakimi, che regala un assist al bacio per il francese su un retropassaggio dalla trequarti avversaria. Davvero inspiegabile una soluzione del genere, con Benzema che non deve fare altro che un piccolo scavato a superare Handanovic e insaccare a porta vuota. Anche in attacco la sua partita non è proprio buona. Serve ritrovare il vero Hakimi, e in fretta. Sul secondo gol malissimo invece De Vrij, che si fa scappare ingenuamente un difensore centrale da 103 (CENTOTRE) gol in carriera. Buoni i blocchi in area, non ci si può far sfuggire Ramos su un calcio d’angolo così. Errori che a questi livelli non si possono fare. Mai.

Bastoni nella prima parte è il più lucido dei 3 dietro, ma anche lui si fa trovare fuori posizione in occasione del gol di Rodrygo come tutta la difesa. C’è da dire che è sempre difficile difendere in arretramento su un cambio campo rasoterra che attraversa l’area. Il buco non si era creato dalla sua parte di campo, tuttavia si poteva fare di più.

La partita di D’Ambrosio è molto complicata. Dalla sua parte si apre il solco sul retropassaggio di Hakimi (D’Amaro incolpevole ovviamente, va in confusione quando entra Vinicius Jr. Troppa differenza di passo tra i due, una superiorità tecnica e fisica quasi imbarazzante quando lo brucia in 10 metri per poi servire l’assist per Rodrygo. Si è già visto nel corso della stagione come sia inadeguato a difendere in questo tipo di situazioni (Ribery contro la Fiorentina e Leao nel derby sono le prove). Urge un difensore che giochi sul centro-destra e abbia gamba.

In mezzo al campo, Brozovic fa quello che può. Per gran parte della partita prova a tenere in mano le redini del centrocampo nerazzurro ma spesso esce dal gioco e non fa filtro. Va a tratti. Per Vidal il discorso è più ampio. In avanti va vicino al gol in avvio e partecipa all’azione del gol del pareggio di Perisic. Però in un centrocampo a 2 (perchè così è quello di Conte) non si trova bene, gioca troppo indietro. Un’entrataccia su Vasquez gli costa il giallo. Spesso fuori posizione, commette molti errori nella distribuzione del pallone e in copertura è molto carente. In ritardo come tutti nel 3-2 di Rodrygo, cercasi il vero Vidal.

Barella merita invece un giudizio positivo solamente per l’assist che fornisce al Toro nel 2-1 dell’Inter. Colpo di tacco al volo al limite dell’area dopo passaggio di Brozovic. In tempo di Pre Covid si diceva “una giocata che vale da sola il prezzo del biglietto”. Vero uomo in più di Conte, ci mette sempre gamba e agonismo ma anche lui oggi non riesce ad incidere più di tanto.

Nota positiva sono gli attaccanti. In mancanza di Lukaku, la coppia Lautaro Martinez/Perisic non delude. Il Toro in particolare è autore di una prova sontuosa, una di quelle che hanno portato tutte le Big europee a mettere gli occhi su di lui. Un gol al volo che vale oro per rimanere in partita, un assist delizioso di testa per Perisic e almeno altre 2 occasioni nitide non sfruttate, oltre a tante giocate per i compagni. La sensazione è che i due si intendano bene, con Perisic più mobile rispetto a Lukaku che potrebbe garantire una variante in più per Conte a partita in corsa.

Anche il croato ha disputato una buona partita. A parte il gol segnato è sempre nel vivo del gioco, scambia bene con Lautaro e ha anche lui almeno altre 2 occasioni per segnare. La prima ad inizio match, con Perisic che non sfrutta l’assist di Hakimi (forse la sua unica giocata importante in avanti), perde il tempo e poi spreca con una palla alta per Barella. La seconda su assist in profondità di Martinez, con la palla che esce di niente.

E’ un vero peccato perchè, per come si era messa la partita, nei 12 minuti intercorsi tra il pareggio di Perisic e il gol di Rodrygo l’Inter stava veramente dando la sensazione di essere li, di potercela fare. Per questo il risultato finale suona molto come una beffa.

Il Real si è messo in campo invece con un 4-3-1-2 con Asensio dietro Benzema ed Hazard. Solita prova del Madrid di questo periodo, che si conferma un carro armato in avanti ma che lascia anche molte occasioni agli avversari. Con un po di cinismo e di fortuna in più sarebbe potuta andare in modo diverso. Qui commentiamo una prova da horror di Varane, colpevole in entrambi i gol subiti, nei quali si perde Lautaro e sbaglia l’uscita sul portatore di palla lasciando una voragine in mezzo alla difesa.

Per fortuna del Real c’è una giocatore come Sergio Ramos che, potrà piacere o no, ha davvero segnato un’epoca. Qualche sbandamento in difesa, ma è imperioso nello stacco di testa che porta al 2-0 madrileno. Buona anche la partita di Mendy, terzino molto fisico e veloce. La sfida diretta con Hakimi, oggi, la vince lui.

Il centrocampo se la cava grazie all’infinita esperienza di Kroos e Casemiro e alla classe di Valverde, 22enne che diventerà uno dei migliori. Sbaglia un gol davanti alla porta, è vero, ma si porta a spasso Vidal e Brozovic per tutta la partita con fisico e visione di gioco eccellenti. Gli altri due più che altro gestiscono e coprono bene, con Kroos che serve l’assist a Ramos da calcio d’angolo.

In attacco, a parte la solita partita monumentale di un play offensivo come Benzema, commentiamo la prova incolore di Asensio e Hazard. Lo spagnolo si vede solo per un tiro di sinistro dopo pochi minuti ben coperto da Handanovic, mentre il belga non si vede quasi mai. Fuori condizione, un po “Gordito”, non è quello visto a Stamford bridge.

La partita qui l’hanno vinta i cambi. Vinicius Jr. e Rodrygo. Assist per il primo, gol per il secondo appena entrato. Due giocatori giovanissimi che sono il presente e il futuro del Madrid e del calcio mondiale.

La lezione da imparare per Conte è sempre la stessa, ogni volta. Real Madrid-Inter 2-2, squadra in sofferenza e stanca, cambi all’80’. Nainggolan al 78′ (per come è entrato poteva starsene in panchina, con un appoggio al limite dell’area avversaria in orizzontale che è il manifesto del giocatore che è attualmente). Gagliardini al 78′ (togli il tu giocatore migliore nel momento di maggior bisogno). Sanchez al 78′ (non in forma, ingresso inutile). Cambi inutili e una gestione sbagliata. Perchè cosi tardi? Perchè non inserire Eriksen visto i tanti spazi a disposizione nel secondo tempo? Il Real Madrid con i cambi si è preso il match, l’Inter non riesce mai a sfruttarli. Ce n’è di che riflettere. 

Per il ritorno di Milano, oltre a ritrovare Lukaku, l’Inter deve cambiare nella mentalità. Deve essere capace di gestire i momenti delicati della partita con una testa diversa, con più calma. Serve limare gli errori individuali che stanno mortificando una stagione che aveva tutto per essere promettente. E serve anche un cambio di interpretazione tattica degli uomini in campo. Vidal da mediano non va, inutile insistere. D’Ambrosio da centrale di destra non ha il passo, non va. Hakimi deve darsi una svegliata e imparare a giocare come un terzino e non come un ala.

Tanta carne al fuoco per Conte, che vede il suo progetto tecnico seriamente in bilico. E ci sono più di 10 milioni di motivi per cui è meglio che le cose funzionino al più presto. Per lui e per la società

Real Madrid-Inter 3-2. A San Siro sarà una sfida davvero da non perdere. 

 

 

 

 

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