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Lazio-Inter: l’analisi della redazione

5 Ottobre 2020
Lazio-Inter: l’analisi della redazione

Signore e Signori, ecco a voi la Serie A. Lazio-Inter finisce 1-1 nella più classica delle partite marchio di fabbrica del nostro campionato. Pareggio giusto in fondo per quello che si è visto in campo, con entrambe le squadre che si sfidano a viso aperto e alla fine dei conti si annullano a vicenda. Male Immobile, malino anche Handanovic, che in questa prima fase di campionato ci sta ancora prendendo le misure. Nota a margine: delle sceneggiate dei giocatori siamo tutti stufi. Ma anche questa è la Serie A.

La partita dell’Olimpico finisce con un pareggio. Il ritmo di gioco, soprattutto nel primo tempo, è stato davvero blando, ma per quanto si è potuto vedere va bene cosi. Non sarebbe tuttavia d’accordo Mr. Conte, con la sua squadra che subisce gol proprio nel momento in cui si aveva la sensazione di avere la partita sotto controllo. Brava la Lazio a crederci fino alla fine, fermata da un serie francamente tragicomica di infortuni. Ma la vera Lazio, quella ammirata nel girone d’andata della stagione scorsa, è lontana ancora anni luce.

Conte ripropone il vecchio 3-5-2 senza trequartista, con Perisic e Hakimi sugli esterni e il trio Vidal-Barella-Gagliardini in mediana. Proprio spagnolo si riconferma, per la terza partita di fila, il migliore nelle file nerazzurre, giocando praticamente da ala. Quando parte, sul fondo ci arriva sempre, con uno scambio nello stretto o di pura gamba. Anche se spesso viene ribattuto, è una costante spina nel fianco. Bene Skriniar, che ci mette della grinta e, a volte, si avventura in avanti in alcuni coast-to-coast degni dei miglior Lucio. Ottima partita di Bastoni, ormai titolare inamovibile di questa Inter, da la sensazione di giocare con molta più tranquillità quando si trova De Vrij di fianco. Proprio l’ex Lazio gioca un ottimo match, annullando Immobile e non avendo colore sul gol.

Partiamo proprio dal gol subito per parlare degli attaccanti. Se Handanovic non è reattivo nel coprire il proprio palo, Perisic si perde completamente Milinkovic in occasione della rete della Lazio (perchè lo marcava proprio lui?). Al di la del rimpallo fortuito che propizia il gol di Lautaro, gioca una partita molto brutta. Non butta dentro un cross che sia uno, non segue mai Lazzari che sulla fascia fa quello che vuole, e da la sensazione di non andare bene per un ruolo a tutta fascia.

Se è vero che Lautaro salva la sua partita con un bel gol da rapace, è però spesso davvero troppo molle quando si tratta di attaccare l’area palla al piede. Nell’1 contro 1 ha evidenti lacune, e anche quando deve rincorrere la palla per anticipare il difensore non ci va mai convinto. Così così. Quello che va bene è l’intesa con Lukaku. Nell’unica azione in cui i due dialogano come Conte desidera, la palla sfiora il palo di un capello.

Anche oggi, tuttavia, la vera arma in più dell’Inter è il tecnico. Senza il pubblico sugli spalti, lo si sente telecomandare i giocatori come se fosse una partita alla Playstation. Bellissime le urla con cui ordina a Vidal di abbassarsi di più per ricevere palla dai difensori. Ci piace.

Anche la Lazio propone un 3-5-2 con tutti i big in campo. Qui le cose di cui parlare sono altre. Una giornata storta di Immobile ci può stare, e Correa ha stretto i denti per essere in campo perchè non al meglio. I problemi principali della Lazio sono una rosa molto corta, una preparazione che si sta facendo sentire sulle gambe e una serie infinita di infortuni. 3 in una partita sono davvero troppi, e confermano il trend degli ultimi anni. Radu, Marusic e Bastos out in una sola partita. Così è davvero dura ambire a traguardi importanti, soprattutto con la Champions alle porte. Preparazione corta o preparatori inadeguati al compito? Al campionato la risposta.

Per quanto riguarda la partita di ieri, nel primo tempo malino a parte i primi minuti di assedio, con il solo Lazzari a cercare di fare qualcosa. È infatti lui la valvola di sfogo di ogni azione offensiva biancoceleste. Nel secondo tempo, invece, salgono in cattedra quei due Fenomeni di Luis Alberto e Sergej Milinkovic-Savic, e la partita cambia. Da loro partono le azioni pericolose della Lazio, ma la sensazione generale è che, a questo punto del campionato, la Lazio sia una squadra che vive di giocate isolate, di colpi dei suoi campioni, senza avere un piano di gioco attuabile. Senza Immobile poi è molto dura.

La difesa ha sbandato parecchio soprattutto sulla fascia destra, spesso in ritardo sulle palle lunghe dell’Inter e spesso costretta a ripiegare in affanno. Proprio da li infatti è nato il gol di Lautaro. La sensazione è che servano rinforzi adeguati (quando è entrato Fares, nuovo acquisto, non ha fatto una grandissima impressione, continuamente bruciato da Hakimi).

Capitolo a parte meritano le due espulsioni, e ci sentiamo davvero il dovere di commentarle. Se, regolamento alla mano, il rosso a Immobile è ineccepibile, maggiori dubbi si hanno sull’espulsione di Sensi, “colpevole” di aver sfiorato la spalla di Patric. Ma se la Serie A è anche questo, allora è davvero una cosa ridicola, e per esteso lo è il comportamento dei giocatori di tutti i campionati. Giocatori di 1 metro e 90 per 90 Kg che svengono al minimo tocco sul viso, che rimangono a terra e fanno scene per un colpo neanche ricevuto, solo per sperare nell’espulsione dell’avversario. Giocatori che si atteggiano da duri, da “Capi”, e poi si lasciano cadere se ti avvicini a più di 20 centimetri da loro.

Sebbene sia un comportamento molto diffuso da anni e ormai accettato (come dimenticare la sceneggiata di Rivaldo ai mondiali del 2002), rimane il fatto che non fa onore ad uno sport che dovrebbe essere “Di Contatto”. Chiedete a Ibra, a Zanetti, a Maldini, se si sono mai comportati in questo modo. Vergogna.

In generale, Lazio-Inter è stata una bellissima partita, con due squadre che si sono affrontate a viso aperto senza risparmiarsi. Questo è quello che che ci piace!

E voi? come la pensate?

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