Ci sono (anche) i numeri a descrivere quest’inizio di stagione negativo da parte dell’Inter: quattro vittorie in dodici partite e venti gol subiti. Dati preoccupanti per una squadra che vuole vincere lo scudetto ed essere protagonista in Europa.
Tante le ragioni della partenza a rilento dell’Inter: il Conte meno grintoso (o meno voglioso), il modulo e il mercato, messo in discussione da media e tifosi.
Ma, forse, la delusione più grande è arrivata dal centrocampo. Da sempre punto di forza delle squadre di Conte, che quest’anno non sta rispecchiando le aspettative.
All’inizio della scorsa stagione la parte nevralgica del campo è stata ben rappresentata dai gol di Sensi, dalla continuità di Brozovic e dalla qualità e corsa di Barella.
Unica costante è l’ex Cagliari, che con grandi prestazioni si è assicurato un posto da titolare indiscusso.
SERVE CONTINUITÀ – Tanti, forse troppi i cambi effettuati fin qui. Conte ha tanta abbondanza in mezzo al campo ma non riesce ancora a trovare la quadra giusta. Il tecnico dell’Inter, nelle 12 partite fin qui disputate, ha cambiato 8 volte gli interpreti in mediana. Il trio che ha giocato di più è quello composto da Barella – Brozovic – Vidal, in campo contro Milan, Shakhtar, Real e Atalanta. Forse la positività del croato e gli infortuni di Sensi non hanno dato una mano al tecnico salentino.
VIDAL- NAINGGOLAN – ERIKSEN DA TOP A FLOP – E poi ci sono loro, un trio che sulla carta rappresenterebbe un centrocampo da top club europeo ma che non si sta esprimendo al meglio per diverse ragioni.
Vidal è da sempre il pallino di Antonio Conte, che l’ha voluto a gran voce, e l’aveva chiesto anche nello scorso gennaio al posto di Eriksen. L’impatto del cileno con la maglia dell’Inter è stato fin qui disastroso, e l’espulsione contro il Real Madrid sembra lo specchio di questo inizio di stagione dell’ex Juve.
Diverso il discorso per Eriksen, l’amore tra Conte e il danese non è mai sbocciato, e i 4′ riservati all’ex Spurs contro il Real Madrid sanno di umiliazione.
Nainggolan, invece, non ha praticamente mai visto il campo, e non ha la fiducia dell’allenatore (che lo reputa fuori forma) e della società (che ha provato a venderlo in estate).
MANCANZA DI QUALITÁ – Nell’ultima finestra di calciomercato, i nerazzurri sono andati alla ricerca di calciatori dinamici e di quantità. È quindi arrivato Vidal, con Conte che avrebbe voluto anche N’Golo Kanté. Si è messa così da parte quella qualità che adesso manca alla mediana interista, ma forse è una scelta più che una necessità legata agli uomini. La frase di Paolo Condò, a Sky, dopo Inter – Real può forse avallare questa tesi : “C’è qualcosa che non va per l’Inter in Europa. In rosa ci sono calciatori di maggiore qualità rispetto a quelli che giocano sempre”, ha sentenziato il giornalista (con chiaro riferimento ad Eriksen e Nainggolan ndr).
I GOL – A questo centrocampo mancano anche i gol. Impietoso il paragone con lo scorso anno, dopo le prime otto giornate di campionato e le quattro di Champions, le reti erano 7 (Sensi 3, Brozovic 2 , Gagliardini e Barella 1). In questo inizio di stagione, il numero è sceso vertiginosamente, fermandosi a 2 (Gagliardini a Benevento e Brozovic contro il Parma).
Serve una svolta ma serve in fretta: il centrocampo deve segnare e partecipare di più al gioco.
La rinascita dell’Inter deve coincidere con quella del reparto più importante, perché le partite si vincono lì.
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