A meno di 24 ore da Inter-Shakhtar, la lista dei rimpianti neroazzurri continua ad aumentare, e molti di questi sono sotto la voce Antonio Conte. Se il 3-5-2 è un modulo storicamente indigesto al popolo interista, nel caso specifico di ieri sera, le colpe imputate al tecnico riguardano soprattutto la gestione dei cambi.
Partendo dall’inizio però, la prima scelta coraggiosa è stata quella di far giocare dal primo minuto l’acciaccato Nicolò Barella. Un bell’azzardo, soprattutto in vista del proseguo della stagione. Ma il soldatino sardo ha risposto come al solito presente, e la prestazione è stata all’altezza. Oltre tutto la caviglia ha tenuto bene, e apparentemente la presenza di ieri non dovrebbe lasciare strascichi.
Ma come già detto, a Conte non viene rimproverata la scelta dell’undici iniziale, quanto la gestione dei cambi. Il suo vice, Cristian Stellini, ha iniziato a sollecitarlo per fare i primi cambiamenti già dall’ora di gioco. Ma Conte ha preferito aspettare. Così la prima sostituzione porta il nome di Perisic al 70′, e la seconda quello di Sanchez cinque minuti più tardi. Mentre per vedere il tutto per tutto finale, si è dovuto attendere l’85’.
Il tecnico probabilmente non ha voluto sbilanciarsi troppo fino a che non è stato strettamente necessario, perchè sapeva che un gol ucraino avrebbe davvero messo la situazione in salita. Ma in realtà Conte e l’Inter, non avevano proprio nulla da difendere, perchè il pareggio sarebbe equivalso, o meglio è equivalso, alla peggiore delle sconfitte. Allora qualche mossa disperata sarebbe potuta arrivare anche con un po’ di anticipo. Soprattutto tenendo conto, che negli ultimi 10 minuti i neroazzurri hanno creato più che in tutta la parte centrale di tempo.
E prima del forcing finale, a uscire forse non sarebbe dovuto essere Lautaro. Che per quanto stanco, di mestiere fa la prima punta, e un po’ di confusione in più la davanti l’avrebbe anche potuta creare. D’altronde in certe occasioni basta solo un’episodio, anche semplicemente una deviazione sfortunata. E avere più presenza possibile dentro l’area di rigore di certo aiuta. Basti pensare a come si sarebbe comportato un certo Josè Mourinho in una situazione del genere…
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