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Il #ConteOUT e l’interismo che non impara dai suoi errori

11 Dicembre 2020
Il #ConteOUT e l’interismo che non impara dai suoi errori

Dalla stagione 2011/2012 ad oggi l’Inter ha avuto DIECI allenatori ottenendo un totale di ZERO trofei.

La parola continuità non ha mai fatto realmente parte dei progetti interisti e i risultati lo hanno dimostrato. Ad ogni difficoltà la risposta è stata sempre, più o meno, la stessa: malcontento popolare ed esonero dell’allenatore. Nessuno è riuscito a vincere trofei, nessuno è riuscito ad allenare per più di due stagioni.

Gli interisti però non si sono stancati e vorrebbero riprovarci di nuovo.

Il sogno di molti tifosi, infatti, è quello di ripartire da capo per l’ennesima volta. L’esonero del mister è diventato oramai parte integrante del modo di pensare dei sostenitori nerazzurri e sembra sempre l’unica opzione possibile. Nel caso di Conte la fiducia, addirittura, era poca fin da subito. L’hashtag #ConteOUT esiste sin dal momento del suo arrivo e ritorna ciclicamente ad ogni difficoltà. Quasi nessuno, però, si interroga sui costi di un possibile esonero di Conte. Quasi nessuno pensa al disastro economico che rappresenterebbe l’avere a bilancio sia Spalletti che Conte da esonerati.

L’interista medio non si interessa di dinamiche fondamentali alla base delle scelte societarie ma ragiona emotivamente, spesso con frustrazione e rabbia. Al posto di Conte la migliore opzione possibile sarebbe ingaggiare Allegri ed è apparso qualche #AllegriIN sui social. Difficile pensare che possa essere fattibile assumere un altro allenatore top (con conseguente stipendio). Facile pensare che anche Allegri verrebbe invece disprezzato da molti in quanto ex-Milan ed ex-Juve.

Le altre opzioni sembrano troppo irrazionali per essere vere ma effettivamente c’è chi desidera sulla panchina Cambiasso, Zenga o un’icona qualsiasi del passato. I cugini del Milan hanno dimostrato quanto tenere buoni i tifosi ingaggiando in panchina i beniamini di un tempo serva a poco o nulla. Eppure molti interisti vorrebbero lo stesso lasciare la squadra in mano ad allenatori inesperti e/o non all’altezza del ruolo.

In conclusione è necessario dire che Conte, dopo la vergognosa eliminazione in Champions, sia chiaramente legato ai risultati: lo Scudetto è l’obbiettivo stagionale a questo punto. Terminare il progetto ora avrebbe poco senso, a prescindere dalla fiducia verso il mister salentino. In caso di fallimento a fine stagione l’Inter e Conte potrebbero separarsi avendo tempo per studiare la formula accettabile da entrambe le parti. La società avrebbe più margine di manovra considerando anche la scadenza dell’impegno preso da Spalletti con l’Inter. Inoltre il nuovo allenatore avrebbe tempo per inserirsi nel nuovo ambiente pianificando anche la campagna acquisti con la società, senza ritrovarsi una rosa, quella attuale, costruita per Conte e per i moduli di Conte.

In caso di trionfo invece il progetto societario di assumere l’ex c.t. azzurro risulterebbe vincente e a quel punto ci sarebbe da aspettarsi la crescita anche a livello europeo.

#ConteOUT,  insomma ad oggi, farebbe più male che bene all’Inter. A meno di disastri in Serie A è meglio che rimanga almeno fino a fine stagione. Per tanti motivi.

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