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Conte, questa volta i cambi sono stati decisivi

14 Dicembre 2020
Conte, questa volta i cambi sono stati decisivi

Non bastava togliere “Pazza Inter” nei prepartita casalinghi per cambiare la natura di una squadra schizzofrenica ed autolesionista. Gli interisti hanno vissuto l’ennesima domenica sulle montagne russe, che questa volta si sono rivelate divertenti e non indigeste.

Nel primo tempo abbiamo visto la classica partita “da Inter”: occasioni da goal in serie divorate e goal subito al primo tiro in porta degli avversari. Ormai la crisi era dietro l’angolo e una sconfitta avrebbe veramente calato una grande nube oscura su Appiano Gentile.

Ed invece, quando meno te l’aspetti, ecco che ritorna la versione migliore della “Pazza Inter”, capace di ribaltare il risultato in 7 minuti e di portare a casa 3 punti fondamentali per continuare la rincorsa scudetto. C’è una peculiarità di questa partita che la rende diversa dalle altre, ovvero i tempi e i modi dei cambi operati da Antonio Conte. Ormai tutti avevamo capito che, per l’allenatore ex Chelsea, cambiare prima del 75′ non era contemplato. Per questo hanno fatto scalpore le prime tre sostituzioni operate ieri, con Hakimi per Perisic al 46′ e l’entrata in campo di  Sensi e Young (per Eriksen e Darmian) al 58′.

Inizialmente, queste rotazioni premature per gli standard di Conte, sembravano non sortire nessun effetto sulla squadra, che era la fotocopia di quella sprecona del primo tempo. Il vero punto di svolta è stato al minuto 72. Conte, memore anche dell’ultima partita contro lo Shaktar Donetsk, è passato al tanto chiacchierato “Piano B” inserendo Lautaro Martinez per Bastoni passando a 4 in difesa. Una mossa che molti tifosi e addetti ai lavori invocano da inizio stagione. E non è un caso se tra il 77′ e l’84’ l’Inter ha ribaltato il Cagliari. Va anche detto che il tecnico ha avuto una buona dose di fortuna perchè, senza l’infortunio di Hakimi, probabilmente non sarebbe entrato il match winner D’Ambrosio. È altrettanto vero che con l’assetto a 4 l’Inter si stava trovando a suo agio e avrebbe potuto trovare il 2-1 da un momento all’altro, anche senza l’entrata del numero 33.

Ora quello che in molti si chiedono è: la difesa a 4 sarà rispolverata solo in caso di emergenza o potrà essere anche una soluzione da prendere in considerazione dal primo minuto? 

Questa potrebbe essere definita come la famosa domanda “da un milione di dollari”. La sensazione è che Conte sia ancora saldamente ancorato alla sua cara vecchia difesa a 3, anche se 2 indizi (rimonte con Fiorentina e Cagliari passando a 4) fanno quasi una prova.

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