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Borussia Mönchengladbach-Inter: l’analisi tattica della redazione

2 Dicembre 2020
Borussia Mönchengladbach-Inter: l’analisi tattica della redazione

Consueto appuntamento con l’analisi tattica della redazione nel post Börussia Monchengladbach-Inter. Una vittoria che, unita al sorprendente successo casalingo dello Shaktar Donetsk sul Real Madrid, rimette prepotentemente in corsa i nerazzurri per gli ottavi di Champions League.

Una successo arrivato giocando sulla falsariga dell’ultima partita col Sassuolo. Sembra ormai che Antonio Conte abbia abbandonato definitivamente l’esperimento del trequartista, tornando al caro vecchio centrocampo col vertice basso. Nel primo tempo l’Inter, nell’atteggiamento tattico, è stata la fotocopia della squadra che ha affrontato l’Europa League in agosto. Squadra corta, compatta e ricerca insistente di Romelu Lukaku per risalire il campo. Inizialmente i tedeschi hanno lasciato all’Inter il pallino del gioco in mano, consci che anche un punto sarebbe potuto andare bene in ottica qualificazione. L’Inter, dal canto suo, ha effettuato la solita costruzione dal basso con un giro palla a volte esasperato, che aveva lo scopo di stanare il Borussia e creare spazi alle spalle di Kramer e Neuhaus. In fase difensiva, invece,  l’obiettivo di Conte era quello di impedire al Borussia lo sviluppo del gioco sulle fasce, alzando le mezze ali sui terzini Lainer e Wendt. Gli esterni, di conseguenza, andavano in aiuto ai braccetti di difesa per raddoppiare la marcatura su Thuram e Lazaro. Un piano che nei primi 30 minuti è riuscito perfettamente, portando al goal di Darmian. Un’azione marchio di fabbrica dell’Inter di Conte, con palla alla punta che fa la sponda per la mezz’ala e apertura sull’esterno. Nell’ultimo quarto d’ora, i nerazzurri si sono ritrovati a corto di fiato e le uscite non erano pulite come quelle della prima mezz’ora. Proprio un errore in disimpegno di Bastoni ha dato il là all’azione sulla destra che ha portato al goal di Plea (complice anche una marcatura troppo morbida di Young sull’ex di turno Lazaro).

Nel secondo tempo il contesto tattico è leggermente mutato. La squadra di Rose, infatti, ha percepito che l’Inter fosse un po’ in riserva ed è entrata in campo spingendo sull’acceleratore, per trovare il goal del vantaggio. L’Inter, dal canto suo, ha accettato di lasciare il pallino del gioco in mano agli avversari, con l’obiettivo di farli sbilanciare come nella prima frazione. E’ cambiata l’arma rispetto al primo tempo, ma lo scopo dell’Inter era sempre quello: sbilanciare il Borussia e colpirlo, sapendo che i tedeschi vanno in notevole difficoltà nelle transizioni negative. Da qui nasce il goal del 2-1 di Romelu Lukaku, con Gagliardini che recupera  palla a centrocampo e Brozovic che trova il corridoio per il belga (isolato in uno contro uno contro Zakaria). Il goal del numero 9 è un saggio di protezione palla e tecnica, Sommer non può nulla. Cuorioso il fatto che Rose al 46′ avesse fatto entrare lo svizzero per limitare Lukaku, ottenendo l’effetto contrario. A quel punto la partita si è messa come voleva Conte, il Monchengladbach si è sbilanciato ancora di più alla ricerca del pari e l’Inter ha colpito nuovamente in contropiede. Questa volta è il neo entrato Hakimi che sfrutta le praterie lasciate dalla difesa dei Die Fohlen e serve ancora a Lukaku un cioccolatino da scartare e mettere in rete. Quando la partita sembrava chiusa però, un’errore in uscita di Alexis Sanchez ha permesso a Plea di segnare il goal del 3-2. A quel punto l’Inter, complice la paura di subire il pareggio, si è schiacciata troppo in area, con il centrocampo che non riusciva più a fare filtro e proteggere la difesa adeguatamente. Il Borussia allora ha tentato di trovare il pareggio con la sua qualità migliore: i duelli uno contro uno in fascia. L’entrata del veloce Embolo ha messo ancora più in crisi l’Inter e ogni volta che Thuram, Plea e lo stesso Embolo gestivano una palla sulla trequarti, la squadra andava in tremenda difficoltà. Per ovviare a questo problema, si è quindi cercato di servire Romelu Lukaku e salire tramite la protezione palla del belga,cercando di tenere la palla piú lontana possibile dalla porta di Handanovic.

Questa volta vanno fatti dei grandi complimenti ad Antonio Conte. In primis per il modo in cui la partita è stata preparata. In secundis per la scelta degli uomini. Giusti anche i cambi, con Hakimi che è entrato per sfruttare gli spazi in campo aperto lasciati dal Monchengladbach. Un vero e proprio capolavoro tattico del tecnico salentino.

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