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Inter – Il 3-5-2 funziona: cosa fare con Christian Eriksen?

29 Novembre 2020
Inter – Il 3-5-2 funziona: cosa fare con Christian Eriksen?

La partita di ieri contro il Sassuolo ha mostrato una cosa fondamentale. L’esperimento trequartista, almeno nel suo progetto iniziale, sembra essere definitivamente naufragato. Troppo solido il centrocampo dell’Inter con un playmaker basso e due mezze ali con compiti precisi. Troppo convincente la prova nerazzurra per per non puntare con decisione verso questo modulo di gioco. E dunque, ancora di più, si ripropone una questione che ha riempito le prime pagine dei quotidiani sportivi negli ultimi mesi. Cosa fare con Christian Eriksen? Tentare ancora di rilanciarlo nonostante il palese ostracismo del tecnico (e, a dirla tutta, delle prese in giro) oppure sacrificarlo sull’altare di un calciomercato, quello odierno, dove più che mai le occasioni vanno sfruttate?

Il 28 gennaio 2020, Christian Eriksen viene acquistato dall’Inter per 27 milioni di euro, firmando un contratto valido fino al 30 giugno 2024. Al delirio dei tifosi per quello che sembra essere l’acquisto destinato a far fare il tanto agognato salto di qualità alla squadra, seguono le prime prestazioni più che convincenti. Addirittura, e molti addetti ai lavori non ci possono credere, il tecnico Antonio Conte decide di cambiare modulo allo scopo di inserire meglio il danese, passando dal suo classico 3-5-2 ad un più offensivo 3-4-1-2. In questo sistema di gioco, Eriksen si piazza nel suo ruolo naturale, quello di mezza punta, o trequartista, che dir si voglia.

Ma si nota che qualcosa non funziona. Le prestazioni risultano spesso insufficienti, il viso del giocatore è contratto in una smorfia di insofferenza e insoddisfazione. Così arrivano le panchine, e le effettive pagliacciate di quest’ultimo periodo. 5 minuti qua, 5 minuti la, un ingresso al 90′.

Al di la delle effettive difficoltà del danese nel nostro campionato, per via del suo scarso dinamismo e della collocazione tattica imprecisata, risulta evidente come il giocatore non piaccia al tecnico. O meglio, Conte non lo ritiene funzionale al suo modo di giocare. Effettivamente, guardando la storia sportiva dell’allenatore salentino tra Juventus, Nazionale e Chelsea, ci si rende conto di come Conte non abbia mai davvero avuto un giocatore dalle caratteristiche di Eriksen. Facendo uno sforzo di ragionamento molto grande, e cercando di allargare il proprio punto di vista, si potrebbe pensare a Paul Pogba come il giocatore dalle caratteristiche tecniche più simili a quelle del danese.

Fermi tutti, certo, lo sappiamo anche noi che sono molto diversi soprattutto da un punto di vista fisico e atletico, ma qualche somiglianza la si può trovare. Pensiamo prima di tutto alle doti tecniche di base, il tiro da fuori, il lancio lungo, la visione di gioco. Pensiamo poi alla difficoltà di collocare tatticamente un giocatore come il Polpo, soprattutto alla luce di quanto visto in Premier League con il Manchester United. Mediano basso, mezz’ala, poi trequartista. Insomma, le analogie ci possono anche stare, ma nel caso di Pogba, Antonio Conte è riuscito a trovare una soluzione ottimale per la squadra.

Qualcosa di non molto diverso da quanto visto al Chelsea. Durante quell’esperienza, Conte ha operato l’unico vero cambio di modulo della sua carriera, passando dal 3-5-2 al 3-4-3. Avendo 4 punte davvero forti ed un centrocampista totale come Kanté (oltre ad un esterno miracolato fa Conte come Moses), il tecnico è stato in grado di riorganizzare la sua squadra in modo da dare un senso ragionato al gioco.

Dunque non si tratta di intransigenza tattica del tecnico, ma di qualcos’altro. È successo qualcosa di personale tra il danese e Conte? Eriksen non è proprio adatto alla nostra Serie A? Può essere passato da fenomeno a Londra a inabile al gioco del pallone a Milano? Tutto questo ci sembra, francamente, poco plausibile. E come ci insegna il famoso “rasoio di Occam”, spesso la soluzione più semplice è anche quella corretta. E la soluzione più semplice è che, semplicemente, Christian Eriksen e l’Inter non si siano trovati. Capita.

A questo punto, il passo successivo a noi sembra abbastanza ovvio. Venderlo nel mercato di gennaio per cercare di migliorare la squadra. Inutile intestardirsi dopo un anno di tentativi. A maggior ragione dopo le varie indiscrezioni che sono uscite oggi sulla stampa sportiva nazionale, secondo le quali Eriksen avrebbe già deciso di chiedere la cessione proprio durante questa finestra di mercato.

Ma venderlo dove? E come? Si profila un possibile ritorno in Premier League. In questo senso, si è già parlato due piste. Un possibile scambio con l’Arsenal per Xhaka, o un trasferimento a titolo definitivo al Manchester United. In questo caso, però, lo United sarebbe disposto ad investire solamente 15 milioni, mentre la valutazione che il club nerazzurro fa di Eriksen è di circa 20 milioni (a fronte dei 27 investiti neanche un anno fa).

Non è da escludere nemmeno l’ipotesi PSG, con Leonardo che stravede per il talento di Middelfart.

Un’altra ipotesi che è nata nelle ultime ore sarebbe Tolisso, centrocampista francese del Bayern Monaco. Poco considerato in Baviera, la sua valutazione è tutto sommato simile a quella del danese, 25 milioni di euro. 

Dunque le possibilità sono due. Uno scambio alla pari con un altro giocatore oppure portare in cassaforte una cifra quasi ridicola, che difficilmente potrebbe essere utile a rinforzare la squadra in qualche reparto. 

Voi cosa fareste? Lo cedereste e prendereste per persa questa scommessa oppure fareste un ulteriore tentativo per rilanciarlo, almeno fino a fine stagione?

 

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